giovedì 24 aprile 2014


Una nuova stagione di privatizzazione dei beni comuni, di attacco ai diritti sociali e alla democrazia è alle porte. Se la straordinaria vittoria referendaria del 2011 ha dimostrato la fine del consenso all'ideologia del “privato è bello”, e se la miriade di conflittualità aperte sulla difesa dei beni comuni e la difesa dei territori suggeriscono la possibilità e l'urgenza di un altro modello sociale, la crisi, costruita attorno alla trappola del debito pubblico, ha riproposto con forza e ferocia l'ideologia del “privato è obbligatorio e ineluttabile”.

L'obiettivo è chiaro: consentire all'enorme massa di denaro accumulata sui mercati finanziari di potersi impossessare della ricchezza sociale del Paese, imponendo un modello produttivo contaminante, mercificando i beni comuni e alienando i diritti di tutti. A tutto questo è giunto il momento di dire basta. In questi anni, dentro le conflittualità aperte in questo paese, sono maturate esperienze di lotta molteplici e variegate ma tutte accomunate da un comune sentire: non vi sarà alcuna uscita dalla crisi che non passi attraverso una mobilitazione sociale diffusa per la riappropriazione sociale dei beni comuni, della gestione dei territori, della ricchezza sociale prodotta, di una nuova democrazia partecipativa. 

Vogliamo fermare la nuova stagione di privatizzazioni, precarietà e devastazione ambientale. Vogliamo costruire assieme un nuovo futuro. In Italia e in Europa. Vogliamo costruire un appuntamento collettivo che nasca in ogni territorio dentro momenti di confronto e iniziative reticolari, e che arrivi ad una grande manifestazione nazionale a Roma per sabato 17 Maggio.

giovedì 17 aprile 2014

BASTA AUSTERITA'! BASTA PRIVATIZZAZIONI!
ACQUA, TERRA, BENI COMUNI, DIRITTI SOCIALI E DEMOCRAZIA
IN ITALIA E IN EUROPA

Appello per la costruzione di una manifestazione nazionale il 17 maggio

Una nuova stagione di privatizzazione dei beni comuni, di attacco ai diritti sociali e alla democrazia è alle porte. 

Se la straordinaria vittoria referendaria del 2011 ha dimostrato la fine del consenso all'ideologia del “privato è bello”, e se la miriade di conflittualità aperte sulla difesa dei beni comuni e la difesa dei territori suggeriscono la possibilità e l'urgenza di un altro modello sociale, la crisi, costruita attorno alla trappola del debito pubblico, ha riproposto con forza e ferocia l'ideologia del “privato è obbligatorio e ineluttabile”.

L'obiettivo è chiaro: consentire all'enorme massa di denaro accumulata sui mercati finanziari di potersi impossessare della ricchezza sociale del Paese, imponendo un modello produttivo contaminante, mercificando i beni comuni e alienando i diritti di tutti.

Le conseguenze sono altrettanto chiare: un drammatico impoverimento di ampie fasce della popolazione, sottoposte a perdita del lavoro, del reddito, della possibilità di accesso ai servizi, ai danni ambientali e ai conseguenti impatti sulla salute, con preoccupanti segnali di diffusione di disperazione individuale e sociale.

Il Governo Renzi, sostenuto dall'imponente grancassa dei mass-media e in piena continuità con gli esecutivi precedenti, sta accelerando l'approfondimento delle politiche liberiste, rendendo irreversibile, attraverso il decreto Poletti e il Job Act, la precarietà del lavoro e della vita delle persone; continuando a comprimere gli spazi democratici delle comunità costrette a subire gli effetti delle devastazioni ambientali, delle grandi opere, dei grandi eventi e delle speculazione finanziaria e immobiliare; mettendo a rischio, attraverso i tagli alla spesa, il diritto alla salute, alla scuola e all'università, e la conservazione della natura e delle risorse.

Dentro questo disegno, viene messa in discussione la stessa democrazia, con una nuova spinta neoautoritaria che toglie rappresentatività alle istituzioni legislative (in particolare la nuova legge elettorale “Italicum”) ed aumenta i poteri del Governo e del Presidente del Consiglio, e con l'attacco alla funzione pubblica e sociale degli enti locali.

Tutto ciò in piena sudditanza con i vincoli dell'elite politico-finanziarie che governano l'Unione Europea e che, le politiche di austerità, i vincoli monetaristi imposti dalla BCE, il patto di stabilità, il fiscal compact e l’imminente trattato di libero scambio USA-UE (TTIP), cercano di imporre la fine di qualsivoglia stato sociale e la piena mercificazione dei beni comuni.

A tutto questo è giunto il momento di dire basta.

In questi anni, dentro le conflittualità aperte in questo paese, sono maturate esperienze di lotta molteplici e variegate ma tutte accomunate da un comune sentire: non vi sarà alcuna uscita dalla crisi che non passi attraverso una mobilitazione sociale diffusa per la riappropriazione sociale dei beni comuni, della gestione dei territori, della ricchezza sociale prodotta, di una nuova democrazia partecipativa.

Sono esperienze che, mentre producono importantissime resistenze sui temi dell'acqua, dei beni comuni e della difesa del territorio, dell'autodeterminazione alimentare, del diritto all'istruzione, alla salute e all'abitare, del contrasto alla precarietà della vita e alla mercificazione della società, prefigurano la possibilità di una radicale inversione di rotta e la costruzione di un altro modello sociale e di democrazia.

Vogliamo fermare la nuova stagione di privatizzazioni, precarietà e devastazione ambientale.

Vogliamo costruire assieme un nuovo futuro.
Vogliamo collegarci alle diffuse mobilitazioni europee,  per affermare la difesa dei beni comuni nella dimensione continentale, a partire dal semestre italiano di presidenza italiana del Consiglio dell'Unione Europea.

Vogliamo costruire un appuntamento collettivo che nasca in ogni territorio dentro momenti di confronto e iniziative reticolari, che, a partire da oggi, mettano in campo reti e associazioni, comitati, movimenti e organizzazioni sociali per arrivare tutte e tutti assieme ad una grande manifestazione nazionale a Roma per sabato 17 Maggio, con partenza da Piazza della Repubblica alle ore 14.00.

Stop privatizzazioni   -  Stop precarietà   -  Stop devastazione ambientale

Per la riappropriazione sociale dell'acqua, dei beni comuni, del territorio

Per la difesa e l'estensione dei servizi pubblici e dei diritti sociali

Stop fiscal compact   -  Stop pareggio di bilancio e patto di stabilità   -  Stop TTIP

Per la riappropriazione delle risorse e della ricchezza sociale


Per la difesa e l'estensione della democrazia

venerdì 11 aprile 2014

Botta e risposta tra l'AEEG e il Forum Italiano dei movimenti per l'acqua
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Autorità per l’energia elettrica 
il gas e il sistema idrico
Comunicato

Acqua: 55 milioni di euro restituiti dai gestori e una black list degli inadempienti

La decisione dell’Autorità riferita all’abolizione della remunerazione del capitale nel periodo post referendum dal 21 luglio al 31 dicembre 2011
Milano, 11 aprile 2014 – L’Autorità per l’energia ha stabilito la restituzione ai consumatori di 55 milioni di euro da parte di 71 gestori del servizio idrico. La restituzione è relativa al periodo di circa cinque mesi intercorso fra l’abolizione della remunerazione del capitale a seguito del referendum, il cui esito è stato proclamato il 21 luglio 2011, e l’introduzione dal 1 gennaio 2012 della nuova tariffa calcolata secondo i criteri approvati dall’Autorità. Le società di gestione interessate dovranno accreditare l’importo ai circa 11 milioni di utenti domestici coinvolti già nella prossima bolletta dell’acqua.
Alla delibera sono allegati gli elenchi degli Enti d’Ambito che hanno rispettato i tempi e le modalità di calcolo dei rimborsi secondo i criteri indicati dall’Autorità, ma anche una sorta di ‘black list’ degli Enti d’Ambito che non hanno mai risposto al regolatore.
Il provvedimento non ha invece ricadute per le società che applicano il cosiddetto metodo ‘ex Cipe’ in quanto non prevedeva la remunerazione del capitale investito.
La somma restituita è stata calcolata prendendo come riferimento la remunerazione del capitale investito indicata dai Piani degli Enti d’Ambito per il periodo 21 luglio-31 dicembre 2011, al netto degli oneri finanziari e fiscali effettivamente sostenuti e degli accantonamenti per la svalutazione crediti nella misura ritenuta efficiente. Ciò nel pieno rispetto del principio del full cost recovery indicato dalle normative europee e confermato dalla Corte Costituzionale.
Per individuare la quota parte della tariffa da restituire l’Autorità ha utilizzato criteri coerenti col c.d. Metodo Tariffario Transitorio che copre il biennio 2012-2013 e nel quale sono già considerati gli effetti del referendum abrogativo. Questi criteri sono confermati nel parere 267/13 del Consiglio di Stato, nel quale si afferma che anche nell’ambito della restituzione debba comunque essere assicurato il rispetto del principio del full cost recovery, e nella recente sentenza del Tar Lombardia 779/14.
Nello specifico, l’importo oggetto di rimborso è riferito ai circa 5 mesi trascorsi dall’esito del referendum fino all’entrata in vigore, il 1 gennaio 2012, del metodo tariffario transitorio, con il quale, tra i criteri di calcolo individuati per la determinazione delle tariffe, l’Autorità esclude la remunerazione del capitale investito.
Con questo provvedimento si conclude il percorso avviato lo scorso anno con la delibera 38/2013/R/IDR nella quale il Regolatore aveva stabilito l’avvio della procedura per la definizione dei criteri di calcolo degli importi da restituire per la remunerazione del capitale investito.
La decisione era stata presa all’indomani del parere richiesto dall’Autorità al Consiglio di Stato sull’esatta decorrenza dei propri poteri tariffari sull’acqua. Infatti, nelle consultazioni pubbliche svolte nel 2012, erano emerse posizioni divergenti sulla titolarità dell’Autorità a intervenire in periodi precedenti all’attribuzione delle funzioni di regolazione dei servizi idrici avvenuta con il D.L. 201/11.
A inizio dicembre, l’Autorità aveva intimato ai soggetti che non avevano ancora provveduto, di individuare entro 30 giorni l’importo da restituire agli utenti. Trascorsa questa scadenza, l’Autorità avrebbe determinato forfettariamente il rimborso a carico degli enti d’ambito inadempienti.
Le delibere 163/2014/R/idr e 38/2013/R/IDR sono disponibili sul sito
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Comunicato Stampa

IL FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER L'ACQUA CONTESTA LA DECISIONE DI AEEG DI RESTITUIRE SOLTANTO 55 MILIONI DI EURO AGLI UTENTI

L'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico ha stabilito la restituzione agli utenti di 55 milioni di €, ovvero la quota calcolata relativa all’abolizione della remunerazione del capitale, nel periodo post referendum dal 21 luglio al 31 dicembre 2011.
Ribadiamo che tale cifra è decisamente sottostimata rispetto a quella che effettivamente andrebbe restituita dai gestori. Infatti, sono state in modo illegittimo sottratte diverse voci (oneri finanziari e fiscali; gli accantonamenti per la svalutazione crediti). Inoltre nella maggior parte dei casi la restituzione avverrà solo a favore delle utenze domestiche e non di quelle commerciali.

Da ciò si ricava che l'ammontare della legittima restituzione sarebbe dovuta essere circa il doppio rispetto a quanto indicato nel comunicato stampa dell'AEEG, ovvero intorno ai 100 milioni di € per i cinque mesi del 2011, quindi circa 20 milioni di € al mese.
Sottolineiamo, inoltre, come la restituzione da far tornare agli utenti non può che essere quella ingiustamente percepita da parte dei soggetti gestori a partire dal 21 Luglio 2011 fino ad oggi, visto che si è proseguito, senza soluzione di continuità, ad inserire in tariffa la voce della remunerazione del capitale in contraddizione con l'esito referendario sotto mentite spoglie.

Poiché i gestori avrebbero dovuto restituire circa 600 milioni di € dal 21 luglio 2011 ad oggi, comprendiamo la resistenza degli stessi ad attuare il referendum.

La sensibilità di AEEG alla corposità degli interessi dei soggetti gestori si inscrive nello stesso quadro in cui il TAR Lombardia ha rigettato il nostro ricorso contro il metodo tariffario.

Da parte nostra confermiamo che proseguiremo la mobilitazione e le campagne volte alla piena e reale attuazione dei referendum.

Roma, 11 Aprile 2014.


Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua

mercoledì 9 aprile 2014

SENZA PAROLE

Comunicato Stampa
IL NUOVO CHE AVANZA? LE SOLITE PRIVATIZZAZIONI
27 milioni di italiani hanno già espresso il loro dissenso attraverso i referendum del 2011

La ricetta del governo Renzi non cambia nulla e mette in calendario una nuova stagione di privatizzazioni, con il mirabolante obiettivo di incassare 15 miliardi l’anno nei prossimi tre anni. L’attenzione, oltre che sulle grandi aziende partecipate dallo Stato, sarà ancora una volta puntata sui servizi pubblici locali.
Il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua sottolinea come gli esiti referendari siano di fatto disattesi e addirittura contraddetti. 27 milioni di italiane e italiani hanno votato per la gestione pubblica e partecipativa dell'acqua nel 2011, per dire no alla privatizzazione dei servizi pubblici locali e ad oggi nessun Governo ha tradotto in pratica il voto democratico dei cittadini.
E mentre Confindustria annuncia un prossimo progetto di riforma organica dei servizi pubblici locali, i grandi manager finanziari sono pronti a mettersi al lavoro: da Gamberale, amministratore delegato di F2i, che dichiara : “Le privatizzazioni degli asset locali possono rispondere anche alla nuova ondata di interesse da parte degli investitori stranieri in Italia”; al presidente di Cassa Depositi e Prestiti, Bassanini, che dichiara: “Attraverso il fondo strategico siamo disponibili a sostenere con equity il processo di consolidamento delle utility locali”.
Una convergenza delle elites politico-finanziarie con un unico obiettivo: chiudere i conti con la vittoria referendaria sull’acqua e consegnare i beni comuni e i servizi pubblici locali agli interessi dei gruppi finanziari privati.
Se questo è il nuovo che avanza, non c’è molto da aggiungere.
Ancora una volta, in tutto il Paese e in ogni territorio, il movimento per l’acqua saprà produrre resistenza sociale a questi tentativi fino alla completa affermazione di quanto deciso dalla maggioranza assoluta del popolo italiano : fuori l’acqua dal mercato, fuori i profitti dall’acqua.
Roma, 9 Aprile 2014.

Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua

sabato 5 aprile 2014

BASTA AUSTERITA'! BASTA PRIVATIZZAZIONI!
ACQUA, BENI COMUNI,  DIRITTI SOCIALI  E DEMOCRAZIA. 
IN ITALIA E IN EUROPA
appello per la costruzione di una manifestazione nazionale il 17 maggio

Una nuova stagione di privatizzazione dei beni comuni, di attacco ai diritti sociali e alla democrazia è alle porte.

Se la straordinaria vittoria referendaria del 2011 ha dimostrato la fine del consenso all'ideologia del “privato è bello”, e se la miriade di conflittualità aperte sulla difesa dei beni comuni suggeriscono la possibilità e l'urgenza di un altro modello sociale, la crisi, costruita attorno alla trappola del debito pubblico, ha riproposto con forza e ferocia l'ideologia del “privato è obbligatorio e ineluttabile”.

L'obiettivo è chiaro: consentire all'enorme massa di denaro accumulata sui mercati finanziari di potersi impossessare della ricchezza sociale del Paese, mercificando I beni comuni e alienando I diritti di tutti.

Le conseguenze sono altrettanto chiare : un drammatico impoverimento di ampie fasce della popolazione, sottoposte a perdita del lavoro, del reddito, della possibilità di accesso ai servizi, con preoccupanti segnali di diffusione di disperazione individuale e sociale;

Il governo Renzi, sostenuto dall'imponente grancassa dei mass-media e in piena continuità con gli esecutivi precedenti, sta accelerando l'approfondimento delle politiche liberiste, nel tentativo di rendere irreversibile la spoliazione dei beni comuni e la precarizzazione del lavoro e della vita delle persone.

Dentro questo disegno, viene messa in discussione la stessa democrazia, con la trasformazione autoritaria delle istituzioni legislative, e con l'attacco alla funzione pubblica  e sociale degli enti locali territoriali.

Tutto ciò in piena sudditanza con I vincoli dell'elite politico-finanziarie che governano l'Unione Europea e che, attraverso l'autonomia monetarista della Bce, il patto di stabilità, il fiscal compact e il recente trattato di libero scambio Usa-Ue (TTIP), cercano di imporre la fine di qualsivolgia stato sociale e la piena mercificazione dei beni comuni.

A tutto questo è' giunto il momento di dire basta.

In questi anni, dentro le conflittualità aperte in questo paese, sono maturate esperienze di lotta molteplici e variegate ma tutte accomunate da un comune sentire : non vi sarà alcuna uscita dalla crisi che non passi attraverso una mobilitazione sociale diffusa per la riappropriazione sociale dei beni comuni, della ricchezza sociale prodotta, di una nuova democrazia partecipativa.

Sono esperienze che, mentre producono importantissime resistenze sui temi dell'acqua, dei beni comuni e della difesa del territorio, del diritto all'istruzione, alla salute e all'abitare, del contrasto alla precarietà della vita e alla mercificazione della società, prefigurano la possibilità di una radicale inversione di rotta e la costruzione di un altro modello sociale e di democrazia.
Vogliamo fermare la nuova stagione di privatizzazioni e di precarietà.
Vogliamo costruire assieme una nuova possibilità di futuro.

Per questo, come Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua, proponiamo a tutte queste realtà ed esperienze di provare a costruire assieme un momento di mobilitazione comune, aprendo un luogo collettivo di riconoscimento reciproco e promuovendo una manifestazione nazionale a Roma per sabato 17 maggio.

Vi invitiamo a discuterne in una prima riunone nazionale in data 11 Aprile 2014 alle ore 17.30 presso la sede del Forum dei Movimenti per l'Acqua (Via S. Ambrogio, 4 – Roma – II piano).

Forum italiano dei movimenti per l'acqua 

giovedì 3 aprile 2014


COMUNICATO STAMPA (02/04/14)

Importante incontro, ieri, a Roma tra una delegazione della rete dei sindaci per l’acqua pubblica dell’ambito ATO3 sarnese-vesuviano e il Prof. Avv. Marcello Clarich. La delegazione dei Sindaci era rappresentata da membri dell’amministrazione di Casalnuovo. Erano, altresì, presenti  membri dei comitati dell’acqua pubblica del territorio insieme al loro legale, avv. Giuseppe Grauso, unitamente a rappresentanti del Forum Nazionale.
Ben undici amministrazioni del nostro comprensorio hanno deliberato in questi mesi per dare formalmente mandato allo Studio Clarich di predisporre un parere di dettaglio, volto ad inquadrare da un punto di vista di diritto e procedurale la liquidazione della GORI SPA per la ripubblicizzazione del servizio idrico nel nostro comprensorio, attraverso l’affidamento della gestione dello stesso servizio ad una società pubblica (azienda speciale) non SPA, ove venga garantita, tra l’altro, la partecipazione attiva delle comunità locali.
I comuni che hanno formalizzato l’incarico sono: ANGRI, CASALNUOVO, CASTEL S. GIORGIO, FISCIANO, NOCERA INFERIORE, , ROCCAPIEMONTE, ROCCARAINOLA, , SARNO, SCISCIANO, SIANO, SANT’ANTONIO ABATE.
Il lavoro di coordinamento tra le varie amministrazioni del territorio, unita ad una sinergica dialettica con i comitati di base, sta producendo risultati importanti e significativi nella direzione della gestione pubblica dell’acqua

L’incarico al Prof. Clarich ci permette di porre in essere un altro importante e fondamentale tassello per la presa in carico delle nostre comunità della risorsa idrica, per una sua gestione solidale ed ecologica, fuori dalla logica del profitto.

RETE DEI   SINDACI  DEI COMUNI DELL’A.T.O. 3
PER LA GESTIONE PUBBLICA DEL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO

RETE CIVICA PER L’ACQUA PUBBLICA ATO 3 CAMPANIA