sabato 11 giugno 2016

Malus Idrico


Non sarà sfuggita ai cittadini più attenti alla vita politica nostrana, la divertentissima campagna pubblicitaria  lanciata in questi mesi da GORI.spa, mediante la quale hanno tentato di “rifarsi il trucco” con una vera e propria operazione di restyling, con tanto di concorso a premi per le scuole elementari e finalizzato ad insegnare ai nostri figli (cioè loro che insegnano ai nostri figli) il valore dell’acqua ed il suo attento consumo. Davvero divertente! Ovviamente il primo premio è andato ad una scuola elementare di Ercolano, manco a dirlo, il Comune che ospita la sede principale di GORI.

Ciò che però ha reso il restyling esilarante sono stati gli spot trasmessi dalle TV private, al limite della noia, e i servizi pocogiornalisticimoltocompiacenti del TG3 Campania, e per finire le interviste dei vertici societari rilasciate alle maggiori testate giornalistiche della Campania, al Mattino in particolare, (ma sappiamo il perché), che raccontavano di svolte tecnologiche della GORI, esaltavano la qualità del servizio offerto e deliravano sull'attenzione che GORI avrebbe dedicato all'utenza. Qualcuno più distratto avrà riletto di sicuro l’articolo sul giornale, magari pensando di non aver capito bene a cosa o a chi si riferisse l’articolo, cioè che si trattasse di qualcosa che nulla avesse a che fare con il servizio idrico. E invece questi signori la raccontavano talmente bene che a leggere quelle righe sembrava ci credessero davvero a quello che dicevano.

Il fatto è che contemporaneamente alle interviste alla dirigenza GORI, sui giornali per fortuna si leggeva anche altro. Per esempio è di Gennaio di quest’anno la notizia che il nucleo speciale Antitrust della Guardia di Finanza nell'accertamento delle fatturazioni e dei consumi riscontrava pratiche commerciali scorrette di GORI del tutto contrarie al codice del consumo:

 mancata effettuazione delle letture periodiche dei contatori.
- mancata acquisizione delle autoletture comunicate dagli utenti, con conseguente fatturazione sulla     base di stime che a volte si sono rivelate errate o eccessivamente elevate.
Invio di fatture di conguaglio pluriennali di elevata entità, economicamente non sostenibili per una     normale famiglia monoreddito.

… alla fine l’Antitrust  ha multato GORI per circa 500.000 euro. Bazzecole! Tanto paghiamo noi.

Di tutt’altro spessore è invece la notizia di questi giorni che la Corte dei Conti ha messo sotto torchio GORI per un danno erariale ipotizzato di 500 milioni di Euro. Dico: 500.000.000 di euro!
La cifra è talmente rilevante che possiamo approssimarla a 1000 miliardi delle nostre care e vecchie lire senza timore di esagerare. Mi chiedo dove sono ora i dirigenti della GORI e cosa s’inventerebbero per fingere di “essere sani” tanto per usare una espressione del grande Gaber!

Nel mirino delle indagini del nucleo di Polizia Tributaria c'è finito di tutto:

- dalle ricche consulenze di 60mila euro l'anno che GORI ha pagato per sei anni dal 2009 al 2015 ad un ex dirigente  di ACEA che una volta in pensione nel 2009 ha continuato a lavorare per GORI;
- al 58% di perdite di acqua lungo la rete idrica mal ridotta perché gli investimenti sono rimasti solo su carta.
- i forti incrementi delle tariffe fino al 49% facendo raddoppiare le morosità dal 25% al 45% e intanto avvenivano distacchi e disagi ai cittadini.
- le quote per la depurazione in bolletta mai restituite alla Regione .
- gli impianti regionali di emungimento e adduzione dove il personale è ancora in bilancio alla Regione mentre sarebbero dovuti passare da tempo con la GORI. Ma pare che la GORI abbia riempito gli organici di amici e parenti di politici con la conseguenza di non poter assorbire i lavoratori.

Un buco nero di proporzioni enormi accumulato grazie alla complicità della politica affaristico-clientelare che per anni ha finto di non vedere, ha ignorato scientemente le ragioni e le denunce che i comitati cittadini per l’acqua pubblica da sempre sottopongono alla classe politica locale e regionale in relazione alla gestione privatistica del servizio idrico in ATO3 Campania. Ma da quell’orecchio non ci sentono.

Nonostante si sia costituito uno zoccolo duro di Sindaci ed Amministrazioni di diverso colore politico e per fortuna sempre più numeroso che ha deciso di dar battaglia alla GORI, purtroppo sono ancora molte le amministrazioni tra i 76 Comuni dell’ATO3 che hanno difficoltà di natura politica a riconoscere il fallimento della politica di privatizzazione del servizio idrico e ad agire di conseguenza.

Probabilmente questa inerzia è dovuto al fatto che molti di questi Sindaci sono stati voluti dai papaveri di partito, vicini o lontani (regionali se non nazionali) e devono rispettare i diktat dei loro superiori troppo spesso amici di chi ha forti interessi affinché si attuino politiche di privatizzazione dei servizi pubblici locali e del servizio idrico in particolare, come il caso di Renzi col suo amico Irace, l’attuale amministratore delegato di ACEA (i privati di GORI) la multinazionale romana.

Alberto Irace, per chi non lo ricordasse, era il presidente dell’ATO3 (il nostro ente d’ambito) grande sostenitore della privatizzazione del servizio idrico a favore di GORI S.p.A. (e quindi di ACEA), che nel 2007 lasciò il proprio incarico perché chiamato a far parte dello staff dell’ amministratore delegato di ACEA. Una ricompensa  niente male per chi, ricoprendo un ruolo Pubblico ha lavorato alacremente per favorire senza mezzi termini i privati della multinazionale romana. Complimentoni!

E a proposito del governo Renzi e dell’entourages di paninari di cui si è circondato, la battaglia per l’acqua pubblica si fa sempre più serrata considerato che le parole “democrazia”  e “bene comune” oltre ad essere indigeste al premier, assumono per lui proprio un significato tutt’altro che positivo :   “ingombrante – ostacolo – intralcio - impedimento”, tant’è che i provvedimenti finora presi dal governo, dallo sblocca Italia al decreto Madia, sono tutti orientati allo smantellamento sistematico di ogni forma di gestione pubblica dei servizi e a cancellare senza mezzi termini la vittoria referendaria del 2011, come il già citato decreto Madia che reintroduce persino l’“adeguata remunerazione del capitale investito”  abrogato con il secondo quesito referendario. W la demoKrazia!

 L’idea di Renzi è quella di favorire la fusione e l’aggregazione di pochi grandi “player” per farli concorrere sui mercati internazionali. Viene subito da porsi una domada: “Quale sarà il campo da gioco su cui si sfideranno questi grandi “player” ? La risposta la lasciamo all’immaginazione dei lettori , ma se proprio volete un aiutino, diciamo che il campo scelto per dividersi la torta ha di sicuro la direzione del nostro fondo schiena.

A tutti noi un grande in bocca a lupo!

                                                                                                                     11/06/2016   Cyrano

venerdì 10 giugno 2016

Buon Compleanno Referendum



Acqua Pubblica - Buon compleanno referendum!
Pubblicato: Venerdì, 10 Giugno 2016 08:54 

5 anni fa abbiamo vinto contro le privatizzazioni di Ronchi, oggi fermiamo il decreto Madia! 

In questi giorni il referendum sull'acqua bene comune e per la difesa dei servizi pubblici compie 5 anni. Sono stati anni vissuti pericolosamente. Anni in cui l'esito referendario è stato ripetutamente messo sotto attacco dai Governi succedutisi alla guida del Paese. Solo la persisente mobilitazione del movimento per l'acqua ha finora evitato che venisse completamente stravolto.

Il 12 e 13 giugno 2011, infatti, oltre 26 milioni di persone si recarono alle urne per bloccare il progetto del Governo Berlusconi di definitiva privatizzazione dell'acqua e dei servizi pubblici locali.
10 giorni prima della scadenza referendaria l'allora Sindaco di Firenze, Matteo Renzi, pubblicava sul suo profilo Facebook il seguente post: “Referendum. Vado a votare sì all’acqua pubblica ...".
Ora Matteo Renzi è Segretario del PD, Presidente del Consiglio e il PD è il principale partito di maggioranza.
 
Quali migliori condizioni per attuare l'esito referendario e rispettare la volontà popolare? Ma qual'era la volontà popolare? 

Così la riassumeva la Corte costituzionale: "rendere estraneo alle logiche del profitto il governo e la gestione dell’acqua."

Invece il Governo ha deciso di muoversi lungo una direzione contraria, soprattutto con i decreti attuativi della legge Madia, i cui obiettivi espliciti, riportati nella relazione di accompagnamento, sono “la riduzione della gestione pubblica ai soli casi di stretta necessità” e il “rafforzamento del ruolo dei soggetti privati”.

Il decreto Madia sui servizi pubblici locali vieta, inoltre, la gestione pubblica per i servizi a rete, quindi acqua inclusa, e ripristina "l' adeguatezza della remunerazione del capitale investito” nella composizione della tariffa, nell’esatta dicitura che 26 milioni di cittadini avevano abrogato.

E' significativo che proprio mentre milioni di italiane e italiani stanno per votare le future amministrazioni delle loro città, il Governo discuta un decreto che, di fatto, viola l'art. 75 della Costituzione e sposta la gestione dei servizi pubblici dai consigli comunali ai consigli di amministrazione. Bloccare questo progetto è innanzitutto una questione di democrazia.

Per cui in questi giorni sono in programma decine di iniziative diffuse sui territori e prosegue la raccolta firme sulla petizione popolare per il ritiro di questi decreti nell'ambito del “Firma Day” promosso dalla campagna sui referendum sociali e costituzionali.

Inoltre, come movimento per l'acqua, contestiamo lo stravolgimento della legge per la ripubblicizzazione dell'acqua compiuta dalla maggioranza alla Camera il 20 Aprile scorso.

Per questo nei giorni in cui ricorre il 5° compleanno del referendum nelle iniziative in programma intendiamo ribadire la richiesta di ritiro immediato del decreto Madia e il ripristino del testo originario della legge per l'acqua.

Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua