martedì 22 novembre 2016


Oggi Acea ha ufficialmente reso note le operazioni societarie su cui ha sottoscritto contratti in questi giorni. Tre acquisizioni in altrettante gestioni del servizio idrico in centro Italia che, di fatto, concretizzano il progetto Renziano di fare di Acea il grande gestore del centro e sud Italia.

L'azienda di Piazzale Ostiense, ha infatti acquisito da Veolia il 100% delle quote di Idrolatina, che a sua volta detiene il 49% di Acqualatina, e il 19,2 % di GEAL (gestore del servizio idrico di Lucca), giungendo così a detenere il 48% delle partecipazioni. Inoltre ha acquisito il 100 % di Severn Trent Italia, che a sua volta deteneva il 64 % di Umbriadue Servizi Idrici, e l'80 % di ISECO, entrambe dalla multinazionale britannica Severn Trend Plc.

Non essendo riusciti ad imporre la privatizzazione dell'acqua per legge, bloccata dal referendum del 2011 e dalle successive mobilitazioni, si prova a raggiungere il medesimo obiettivo attraverso strategie aziendali. Strategie che puntano a costruire un meccanismo per cui, attraverso processi di acquisizione, aggregazione e fusione, i quattro colossi multiutilities attuali - A2A, Iren, Hera e Acea - già collocati in Borsa, potranno inglobare tutte le società di gestione dei servizi idrici, ambientali ed energetici, divenendo i cosiddetti “campioni” nazionali.

Alla luce delle operazioni annunciate da Acea diviene, dunque, non più rinviabile una presa di posizione netta, chiara e immediata della Sindaca Raggi per porvi uno stop, passando anche attraverso l’opportuna e celere sostituzione del management di ACEA S.p.A., a partire dai ruoli apicali attualmente attribuiti a soggetti ispiratori e promotori del processo di privatizzazione e finanziarizzazione dell'acqua.

Nell'ambito della campagna per la ripubblicizzazione di Acea, che il movimento per l'acqua sta portando avanti, questa mattina si è svolto un incontro informale con alcuni consiglieri comunali di Roma Capitale del M5S a cui ha preso parte anche la Sindaca Raggi ed in cui è stato avviato un confronto sulle proposte del movimento per l'acqua.

Un percorso che potrà andare avanti solo se da subito partiranno segnali chiari da parte della giunta capitolina per invertire la rotta privatizzatrice di Acea.

Roma, 22 novembre 2016.

FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER L’ACQUA
RETE CIVICA ATO 3 CAMPANIA
COMITATO PROVINCIALE ACQUA PUBBLICA FROSINONE
COORDINAMENTO ROMANO ACQUA PUBBLICA
RETE PER LA TUTELA DELLA VALLE DEL SACCO – RETUVASA
USB PUBLIACQUA
DECIDE ROMA
COORDINAMENTO REGIONALE ACQUA PUBBLICA LAZIO
COMITATO ACQUA BENE COMUNE VALLE DELL'ANIENE

sabato 19 novembre 2016

GORI IL DEPOSITO CAUZIONALE A GARANZIA … A GARANZIA DE CHE?


Nella bolletta dell’acqua, tra le tante indicazioni, nella prima pagina, vi troviamo anche la voce “addebito per deposito cauzionale”. E’ a tutti gli effetti un esproprio, infatti si tratta di un modo per fare cassa oltre il dovuto.

Giusto per chiarirci le idee: il “dovuto” alla GORI è sempre poco chiaro soprattutto se dobbiamo fare i conti con la bolletta.

Il geniaccio che ha concepito la bolletta della GORI infatti è un mago dell’illusionismo, abile come non mai nel gioco delle tre carte. Rendere la bolletta comprensibile, significherebbe far comprendere agli utenti il loro reale consumo e  quindi la relativa spesa.

Tutto ciò è impensabile, renderebbe Gori più trasparente, una vera caduta di stile, ma soprattutto romperebbe con la tradizione classica della  “contabilità creativa”, in particolare col camuffamento dei buchi neri debitori nei bilanci aziendali; infatti   la “Ernst & Young”, la società di revisione contabile incaricata da Gori di analizzare i bilanci, ha bocciato i conti aziendali e dichiarato ufficialmente di “essere impossibilitata ad esprimere un giudizio sul bilancio di esercizio 2015”.

La GORI ha toppato di brutto!

Avevano previsto di incassare anche i soldi della tombola di Natale pur di far quadrare il bilancio.

Tornando a noi, il deposito cauzionale è dunque la quintessenza delle boutade, se ne leggete la descrizione sul sito della GORI capirete perchè il deposito cauzionale è il capolavoro dall’intellighenzia “goriana”, è il tentativo spudorato e disperato di mettere un laccio emostatico intorno al braccio degli utenti, individuarne la vena più grossa e succhiare come sanguisughe più che come vampiri. Allo stesso tempo è un artifizio semantico, è l’arte di fare passare un concetto loffio per un fatto lecito, anzi dovuto, cioè: “spillare quattrini, senza alcuna contropartita”. Grandi i goristi!

Il deposito cauzionale è definito come la somma dovuta a titolo di garanzia che l’utente versa al gestore, di contro, l’utente non ha alcuna garanzia che il servizio gli venga erogato in misura adeguata e proporzionata a quello che paga, infatti: nessun investimento se non con soldi pubblici (alla faccia del rischio d’impresa), aumenti spropositati delle bollette, bollette pazze, partite pregresse, conguagli lunghi sette anni, perdite infinite lungo tutta la rete idrica, l’acqua nelle nostre case che arriva solo perché pompata da autoclavi e serbatoi con enorme consumo di energia elettrica. L’utilizzo dei serbatoi poi, rende l’acqua stagnante e poco sicura da bere, costringendoci a comprare acqua in bottiglia al supermercato.

Insomma il servizio idrico di fatto lo paghiamo almeno tre volte e volete pure il deposito cauzionale a titolo di garanzia? Ma a garanzia de che?

Noi invece vorremmo la garanzia che una volta superata una certa soglia debitoria portaste i libri contabili in tribunale e dichiaraste  fallimento.

Noi vorremmo la garanzia che tra i politici, gli amici di partito e di cordata che vi hanno sostenuto,  assecondato, foraggiato  e coperto i vostri sporchi espedienti contabili,  potessero trascorrere buona parte della loro merdosa vita in galera.

Noi vorremmo la garanzia  che se la democrazia in questo paese ha ancora un senso, deponeste la vostra miserabile idea di mercificare ogni bene, ogni risorsa di questa terra e ve ne andaste il più lontano possibile dalle nostre vite.

Come come? Non potete garantirci tutto questo? A bè allora… tu non dare garanzia ... io non pagare deposito cauzionale … e manco bolletta! Tiè!

                                                                                                                                             Cyrano        
«Se vuoi una garanzia, comprati un tostapane»  Clint Eastwood



martedì 15 novembre 2016

 Comitato Acqua Pubblica Nocera Inferiore
Deposito cauzionale Gori, il nuovo balzello nascosto nella bolletta dell’acqua per fare cassa sulle spalle degli utenti
Comitati civici:
«Non pagate le fatture in cui è inserita 
la voce Deposito cauzionale»

Un nuovo addebito nascosto nelle bollette Gori costerà circa 60 euro per ogni singolo utente e porterà nelle casse della società ben 30 milioni. A denunciarlo è la Rete civica per l’acqua pubblica: “La voce che trovate in bolletta indicata come “addebito per deposito cauzionale” rappresenta l’ennesimo tentativo di spillare soldi ai cittadini. Probabilmente con l’obiettivo di non essere facilmente individuabile, l’intero importo viene suddiviso in sei rate di circa dieci euro cadauna. Quindi – avvertono i Comitati - la quota richiesta nelle bollette appena arrivate è solo la prima rata di una lunga serie. A nostro avviso invece si tratta di soldi non dovuti, visto che il deposito cauzionale è stato già versato in passato dai cittadini ai Comuni o ai precedenti gestori del servizio idrico e mai restituito in occasione del contestato passaggio delle utenze al gestore Gori”.

Un balzello che già fu provato ad inserire in bolletta nel 2010 e oggi viene riproposto col beneplacito del commissario di Ato3, Vincenzo Belgiorno, che, nominato lo scorso anno dal governatore De Luca, persevera nell’operare oltre l’ordinaria amministrazione, sulla base di quanto indicato dall’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico, la quale ha deliberato che il deposito cauzionale viene determinato in misura pari al valore, per tipologia di utenza, dei corrispettivi dovuti per un massimo di tre mensilità di consumo medio annuo.
Questa, come è noto, é solo l’ultima delle operazioni messe in campo da GORI, rese possibili grazie alla copertura di istituzioni e autorità governative. Solo per citarne alcune delle più recenti:

- Gli aumenti tariffari deliberati, lo scorso agosto, dal commissario regionale Belgiorno che, tra l’altro, sono stati già inseriti in bolletta: il 9% in più quest’anno, fino ad un totale del 31% nel periodo 2016-2019;
- Il prestito di ben 244 milioni di euro richiesto da Gori alla Cassa Conguaglio per il settore elettrico, la cui somma verrà restituita a partire dal 2020 ripartendola sempre sulle tariffe;
- Le ormai celebri Partite pregresse (altri 122 milioni) che Comitati civici e Rete dei sindaci per l’acqua pubblica hanno contestato in sede giudiziaria ottenendo una storica vittoria al Tar Campania, la cui sentenza ora attendiamo sia confermata anche dal Consiglio di Stato. 

I vertici aziendali e del gruppo Acea possono affermare ed inventarsi quanto vogliono per sostenere il proprio operato, ma la realtà è sotto gli occhi di tutti: Gori è una nave che sta affondando!
Tutto ciò è suffragato anche da Ernst & Young, la società di revisione contabile incaricata da Gori, che ha bocciato i conti aziendali e dichiarato ufficialmente di “essere impossibilitata ad esprimere un giudizio sul bilancio di esercizio 2015”. 

Risulta evidente che il Deposito cauzionale rappresenta un ennesimo salvagente finanziario per la Gori Spa a carico sempre dei cittadini, chiamati, ancora una volta a risolvere i problemi gestionali di una società in fallimento e da liquidare!

Per quanto descritto i Comitati invitano tutti i cittadini del territorio sarnese-vesuviano a intraprendere la nuova campagna GORI, IO NON TI PAGO! 

1) Manifestando esplicitamente il proprio dissenso, anche con le amministrazioni del proprio Comune;
2) NON PAGANDO le bollette contenenti le rate del Deposito cauzionale.     

Segnaliamo infine, per chi abbia il contatore all’esterno, ancora una volta, di coprirlo e chiuderlo con serratura per impedirne atti di vandalismo da chiunque e per qualsiasi motivo (vedasi episodi di distacco da parte della Gori!) e che provvederemo nei prossimi giorni a diffondere un’istanza di Reclamo per le bollette contenenti l’addebito DEPOSITO CAUZIONALE. 

È dovere di tutti cittadini, sempre più vessati, che si lamentano continuamente e giustamente dei soprusi della gestione Gori, a decidere di fare un passo in più. Ora è il momento di fare sentire la nostra voce! Auspichiamo di trovare al nostro fianco anche gli amministratori comunali, che il 19 dicembre prossimo saranno chiamati a scegliere i rappresentanti dei distretti del nuovo Ente Idrico Campano. Mai come oggi occorre essere chiari e con una strategia comune che porti alla liquidazione di Gori e alla ripubblicizzazione.

Comitato Acqua Pubblica Nocera Inferiore – Rete cittadina contro la privatizzazione dell’Acqua
          Pagina FB: Acqua Pubblica Nocera Inferiore       @mail: acquanocera@gmail.com








lunedì 14 novembre 2016


LA GIUNTA RAGGI DIFENDE VERTICI ACEA:
L’ACQUA PUBBLICA E’ UNA STELLA CADENTE?

A distanza di 5 mesi dall’insediamento della nuova amministrazione capitolina, le dichiarazioni su ACEA dell’assessore alle partecipate, Massimo Colomban, ed i comportamenti della sindaca Raggi rappresentano una doccia fredda per le aspettative del movimento per l’acqua pubblica e per tutti i cittadini che aspettano dal 2011 l’attuazione degli esiti del referendum. 

Il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua - dopo la manifestazione del 27 ottobre scorso davanti alla sede di ACEA con gli attivisti dei comitati di Lazio, Campania e Toscana - sta ancora attendendo la convocazione dell'incontro annunciato pubblicamente dal presidente della Commissione Ambiente, Daniele Diaco, che per conto dell’amministrazione in quella occasione aveva garantito pieno sostegno e volontà di sottrarre l’acqua alle logiche del mercato.

Invece, secondo l’assessore Colomban, il Comune di Roma, pur proprietario del 51% delle azioni di ACEA, non avrebbe il diritto di effettuare la supervisione in quanto “Acea è una società quotata in Borsa e come tale soggetta a regole che ne tutelano l’indipendenza”, sottintendendo con questo che in una società quotata in borsa l’assemblea dei soci non conterebbe nulla(!) soprattutto se la maggioranza delle quote azionarie è nelle mani del pubblico ... 

QUI SI PARLA DI SCELTE ED OBIETTIVI DELLA SOCIETA’ E DI RELATIVA SCELTA DEL MANAGEMENT NON DI “SUPERVISIONE”!

Invece, la sindaca  Raggi incontra, con il suo assessore “tecnico”, i vertici di ACEA S.p.A. per concordare con questi le strategie, non di risanamento ma di cessione al mercato delle aziende comunali, a cominciare dall’AMA  e della gestione dei rifiuti in assoluto ossequio alle politiche del governo Renzi.

Si capisce quindi, che al contrario di quanto dichiarato dalla sindaca Raggi in campagna elettorale, si intende rinunciare a scegliere il management della società, dismettendo le stesse prerogative del socio di maggioranza, comportandosi come un azionista qualsiasi che aspetta di incassare i dividendi. 

L’assessore forse ignora, ma la sindaca Raggi non può, i referendum del 2011,  il voto di 27 milioni di cittadini italiani e lo stesso programma di governo del Movimento 5 Stelle che ha come punto fondamentale la ripubblicizzazione del servizio idrico; un obiettivo che passa innanzitutto per la riconquista della gestione del servizio da parte delle amministrazioni locali e la partecipazione democratica. 

Colomban probabilmente non sa, e se non lo sa la Raggi è grave, che ACEA è il soggetto individuato dalle lobbies economico-finanziarie e dal governo Renzi per guidare il processo di privatizzazione dell’acqua nel centro-sud, attraverso la creazione di un’unica grande società di gestione con l’estromissione definitiva di enti locali e cittadini dalla gestione e dal controllo del servizio e la progressiva riduzione della quota azionaria detenuta dallo stesso Comune di Roma. 

Nei giorni scorsi l'Amministratore Delegato, Irace, ha dichiarato che sono state concluse due operazioni che vanno proprio in questa direzione, una acquisizione di quote e una fusione (una nel Lazio, con ogni probabilità si tratta dell'acquisto delle azioni di Veolia in Acqualatina, un'altra fuori regione).

Per questo il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua sta chiedendo da tempo, finora purtroppo inascoltato, un incontro con la sindaca per poter esprimere le nostre preoccupazioni e la proposta per invertire la rotta in ACEA, per far tornare il Comune di Roma e i cittadini padroni del servizio idrico, così come scritto nel programma elettorale. 

Dopo quanto appreso dalla stampa lo chiediamo ancora più con urgenza per verificare se la sindaca e il Movimento 5 Stelle abbiano rinunciato o meno ad un pezzo fondamentale della loro azione politica. 

Con preoccupazione e sconcerto assistiamo allo spegnimento della stella dell’Acqua Pubblica e per questo ribadiamo alla sindaca Raggi e al Movimento 5 Stelle che, se vogliono veramente dimostrare con i fatti di non essere come gli altri, rispettino gli impegni presi, l’esito dei referendum e diano ascolto ai movimenti che da anni si battono per un Paese più giusto.
 
Roma, 11 novembre 2016

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