mercoledì 15 maggio 2019

Chi sta affossando la legge 
sull’acqua pubblica in parlamento?
Questi qui! :


La discussione della legge sull’acqua pubblica alla Camera è in una situazione di stallo totale per responsabilità della maggioranza e del Governo, e pare che possa essere ripresa solo verso fine maggio dopo le elezioni europee.

Nel frattempo sono stati presentati numerosi e pericolosi emendamenti dall’opposizione dalla Lega e dallo stesso M5S che puntano ad uno stravolgimento sostanziale del testo, a disarmarlo, renderlo innocuo e consentire ancora a banche e multinazionali di fare soldi a palate (making tons of money) con la gestione privata del servizio idrico.  

La legge sull’acqua pubblica presentata di recente in parlamento dall’onorevole Daga del M5S, è figlia della proposta di legge di inziativa popolare presentata nel 2007 dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua all’allora governo Prodi. Servivano 50.000 firme per consegnare la proposta in parlamento, ne consegnammo oltre 400.000, tutte autenticate! 

Neanche questo bastò ad evitare che la LIP marcisse per anni in qualche cassetto del parlamento, ma sicuramente è stata la base su cui é nata la consultazione referendaria del 2011; due quesiti di cui uno impediva la privatizzazione forzata del servizio idrico del decreto RONCHI e l’altro vietava il profitto sulle bollette dell’acqua. 

Servivano 500.000 firme valide in pochi mesi per presentare i referendum, questa volta ne raccogliemmo e consegnammo oltre 1.400.000 tutte rigorosamente certificate, contro il silenzio assordante dei media mainstream, lacchè, buffoni, pennivendoli della carta stampata, delle televisioni e dei partiti al soldo del capitale finanziario. 
Ci ignorarono e ci derisero a lungo e qualche idiota come Berlusconi, invitò gli italiani a boicottare i referendum e ad andarsene al mare. 

Alla conta dei numeri oltre 27 milioni di italiani voleva l’acqua pubblica! Il referendum fu un successone contro tutto e tutti e così per mesi i privatizzatori di tutto l’arco costituzionale del parlamento italiano e neoliberisti di ogni risma mangiarono merda e veleno per un po' di tempo.

Ma le ragioni (i soldi) delle multinanzionali, delle banche e di tutti i figli di puttana neoliberisti valgono ben più della democrazia di un paese e di un referendum stravinto, ed oggi come allora vogliono affossare la legge sull’acqua per impedirne la ripubblicizzazione.

Allora se il voto è di fatto lo specchietto per le allodole cioè lo strumento per far credere ai cittadini che questo è un ancora un paese democratico, allora vi diciamo chi intanto vuole affossare la legge sull’acqua pubblica, così magari alle elezioni europee prima di firmare l’ennesimo assegno in bianco ai partiti ci pensate un pò.
In particolare gli emendamenti più significativi presi a riferimento sono i seguenti:

- per il PD l'emendamento 10. 1 (a firma Pezzopane, Braga, Buratti, Del Basso De Caro, Morassut, Morgoni, Orlando, Pellicani) tramite cui si propone la soppressione totale dell'art. 10 che disciplina il processo di ripubblicizzazione dei gestori esistenti;

- per FI l'emendamento 10. 2 (a firma Labriola, Cortelazzo, Casino, Gagliardi, Giacometto, Mazzetti, Ruffino) identico a quello del PD tramite cui si propone la soppressione totale dell'art. 10 che disciplina il processo di ripubblicizzazione dei gestori esistenti;

- per la Lega l'emendamento 10. 11 (a firma Lucchini Elena, Badole Mirco, D'Eramo Luigi, Gobbato Claudia, Parolo Ugo, Raffaelli Elena, Valbusa Vania, Vallotto Sergio, Patassini Tullio, Benvenuto Alessandro Manuel) con cui in sostanza si punta ad eliminare la ripubblicizzazione cancellando l'obbligo di gestione attraverso enti di diritto pubblico e provando a ripristinare le forme di gestione classiche;

- per il M5S l'emendamento 9.6 (a firma Fontana Ilaria, Zolezzi Alberto, Terzoni Patrizia, Federico Antonio, Deiana Paola, D'Ippolito Giuseppe, Licatini Caterina, Manca Alberto, Maraia Generoso, Ricciardi Riccardo, Rospi Gianluca, Traversi Roberto, Varrica Adriano, Vianello Giovanni, Vignaroli Stefan) tramite cui si afferma che lo Stato "favorisce" solo la ripubblicizzazione e non la obbliga. Inoltre rende solo accessorio il finanziamento tramite fiscalità generale. Di fatto si smantellano alcuni principi fondanti la proposta di legge.

Ecco i capigruppo dei firmatari degli emendamenti:



PRESENTAZIONE DEL DOSSIER
“Il costo della ripubblicizzazione del Servizio Idrico Integrato”


Si è scatenata, ormai da settimane su stampa e media nazionali una accanita campagna tesa a screditare i contenuti qualificanti della proposta di legge sulla gestione pubblica dell’acqua che dovrebbe arrivare a fine maggio alla discussione in aula parlamentare. Parliamo della proposta di legge “Disposizioni in materia di gestione pubblica e partecipativa del ciclo integrale delle acque” ripresentata in questa legislatura dal M5S, e che ricalca i contenuti del testo a supporto del quale il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua, già dal lontano 2007 aveva raccolto oltre 400 mila firme.

Il principale elemento del contendere riguarda la forma di gestione. Sono ancora oggi numerosi, fra gli amministratori pubblici, i gruppi politici, i media e gli esponenti di gruppi privati, coloro che sostengono che in Italia “l’acqua è già pubblica”, in quanto i gestori sono società a totale o a prevalente capitale pubblico. Ma non è affatto così! I titolari di quote di una società possono pur essere (tutti o in prevalenza) soggetti pubblici, ma una “società” in quanto tale resta regolamentata dal codice di diritto privato, ed avrà pur sempre lo scopo principale di fare utili.

Le cose potranno sostanzialmente cambiare con l’approvazione e l’entrata in vigore della nuova legge così come presentata. Infatti vi si prevede chiaramente ed esplicitamente che “il servizio idrico integrato è considerato servizio pubblico locale di interesse generale non destinato ad essere collocato sul mercato in regime di concorrenza.” E dunque la gestione del servizio idrico dovrà essere realizzata senza finalità lucrative mediante Aziende Speciali o comunque Enti di diritto pubblico. 

La proposta di legge prevede modi e tempi certi per trasformare in aziende speciali o enti di diritto pubblico le società (Srl o Spa) attualmente affidatarie “in house” del servizio idrico integrato. E qui si innesca un secondo tema “caldo” di discussione: quello dei “costi” attinenti la ripubblicizzazione del servizio. In questo caso si sono esibite fior di società di consulenza le quali hanno elaborato corposi documenti economici-finanziari per dimostrare che detti costi sono stratosferici (addirittura 20 miliardi!) e non sarebbero quindi sostenibili né per le misere casse Comunali né per il bilancio dello Stato.
Anche in questo caso si tratta di allarmi infondati!

Il Forum nazionale dei movimenti per l’acqua ha già attivato da tempo un gruppo di esperti che smontano punto per punto le tesi più intimidatorie e dimostrano che i costi effettivi sarebbero pressoché il 10% di quanto ventilato. Il tutto come puntualmente contenuto in dossiers che verranno resi pubblicamente disponibili su tutto il territorio nazionale. 

Il primo appuntamento è fissato a Milano per GIOVEDI' 16 MAGGIO ORE 11:30 presso la Sala 321 Via T. Marino 7, durante il quale esporremo il dossier con l'ausilio di Altreconomia e al quale oltre alla cittadinanza, sono state invitate le nostre “controparti” che in questi mesi si sono rese protagoniste di questa campagna distorsiva.


Scarica