domenica 29 novembre 2015

giovedì 12 novembre 2015


COMUNICATO: 
IL MOVIMENTO PER L'ACQUA PUBBLICA CHIAMA ALLA MOBILITAZIONE GENERALE CONTRO IL DISEGNO CENTRALISTICO E PRIVATIZZATORE DELLA GIUNTA REGIONALE

La legge sul riordino del Servizio idrico Campano è in discussione in queste settimane presso le commissioni del Consiglio Regionale della Campania la Giunta Regionale sta pressando affinché si approvi, nel più breve tempo possibile, il disegno di legge Bonavitacola.

Ribadiamo che la proposta della Giunta Regionale, che la stessa Giunta impone forzatamente al Consiglio Regionale, è assolutamente irricevibile in quanto si fonda sulla estromissione delle comunità locali e dei sindaci dei territori dalla gestione dell'acqua, con la costituzione di un Ambito Territoriale unico per i 550 comuni della regione, delegando le scelte fondamentali in tema di acqua, quali la definizione della tariffa, il piano d’ambito, la forma di gestione ad un organo, il Comitato Esecutivo, composto da soli 20 membri (circa).

I Sindaci e le comunità locali saranno relegati ad una funzione esclusivamente consultiva e subiranno le decisioni che saranno prese da altri, al di fuori dei propri territori ed in forme non democratiche e partecipate. E sappiamo bene che quando le decisioni su questioni vitali vengono concentrate in poche mani, gli appetiti speculativi di privatizzazione dei grandi gruppi economico/finanziari hanno gioco facile. Si tratta di una vera e propria espropriazione di Democrazia!

Al contrario di quanto dichiarato in campagna elettorale, l'attuale Giunta De Luca si pone in piena continuità con il disegno portato avanti dalla Giunta Caldoro che pure fu bloccato ad inizio anni attraverso una forte mobilitazione.
Le proposte dei comitati e dei Sindaci sono chiare ed alternative alla prospettiva accentratrice del Governo Regionale:

-Costituzione di più ambiti territoriali ottimali disegnati sui bacini idrografici;
-Potestà decisionali fondamentali in capo alle assemblee dei sindaci;
-Partecipazione delle comunità locali alla gestione del servizio idrico integrato.

Urge da parte dei movimenti per l’acqua pubblica e per i beni comuni Campani di riprendere la mobilitazione, in modo permanente, onde contrastare l’attuale nefasto disegno della Giunta Regionale. Questi i prossimi appuntamenti:

VENERDI’ 6 NOVEMBRE ORE 10:00 – PRESIDIO PRESSO IL CONSIGLIO REGIONALE DELLA CAMPANIA DALLE ORE 10:00 IN CONCOMITANZA DEI LAVORI DELLA VII COMMISISIONE REGIONALE

SABATO 14 NOVEMBRE ORE 11:00 - NAPOLI - PIAZZA BELLINI : ASSEMBLEA REGIONALE DEI COMITATI DELL'ACQUA PUBBLICA

SABATO 28 NOVEMBRE ORE 10:30 - NAPOLI: CORTEO REGIONALE DEI COMITATI E DEI COMUNI PER L’ACQUA PUBBLICA, PER IL RITIRO DEL DISEGNO DI LEGGE DELLA GIUNTA REGIONALE. 

COORDINAMENTO REGIONALE PER LA GESTIONE PUBBLICA DELL'ACQUA
RETE CIVICA ATO 3

martedì 10 novembre 2015


I Comitati contestano il Disegno di legge proposto dalla Giunta regionale

Al Presidente della Regione Campania Vincenzo DE LUCA
Al Presidente della VII Commissione Ambiente
della Regione Campania Gennaro OLIVIERO
Ai consiglieri Capigruppo e ai Consiglieri della Regione Campania
Il Coordinamento campano per la gestione pubblica dell'Acqua, a seguito dell'iter anomalo che la Regione Campania sta portando avanti con l'accordo della Giunta De Luca, della maggioranza e della quasi totalità della VII Commissione Ambiente della Regione Campania, invia ai destinatari, la nota tecnica dell'avv. Giuseppe Grauso, che esplicita nei dettagli le motivazioni per cui il DL della Giunta De Luca sul Riordino del Servizio Idrico Integrato in Campania

È PER NOI INACCETTABILE.

Mentre la Giunta Regionale e altri esponenti della maggioranza continuano a sostenere che il Disegno di legge della Giunta Regionale (Del. G. R. 411/2015) valorizza il ruolo dei Comuni attraverso l’istituzione dei Consigli di Distretto, nella nota tecnica dell'avv. Giuseppe Grauso, che si allega alla presente, si spiega, punto per punto, quali sarebbero gli effetti di questa nefasta proposta sul ruolo dei Comuni nella gestione dell’acqua.

Ebbene, nel caso di approvazione del Disegno di Legge della Giunta Regionale, i Comuni del territorio, e gli stessi Consigli di Distretto, non avrebbero più il compito di controllare, né la facoltà di interrompere, il contratto con l’azienda che gestisce il servizio sul proprio territorio, e avrebbero un potere limitato se non nullo sulle stesse tariffe dell’acqua. La gran parte delle funzioni e delle competenze sarebbe esercitato da un uomo solo, il Direttore Generale, che, nel Disegno della Giunta, avrebbe il compito dell’intero sistema idrico della regione Campania e dal Comitato Esecutivo, organo composto da circa 20 membri rappresentativi di tutto il territorio regionale.

Cosa ancor più grave, il disegno della Giunta De Luca legittima nuovamente i Commissari Straordinari fino alla costituzione del nuovo Ente, in contraddizione con quanto deciso dal TAR Campania, che ha considerato tali Commissari decaduti. La conseguenza di tale normativa è la legittimazione delle partite pregresse Gori SpA, con 122 milioni di euro che rischiano di tornare a carico degli utenti dell’ATO3 Vesuviano/Sarnese.

Questo dimostra la visione antidemocratica della gestione del servizio idrico portata avanti da questa amministrazione regionale che tradisce le promesse fatte in campagna elettorale e va contro lo spirito del referendum per l’acqua pubblica in cui 27 milioni di cittadini avevano chiesto di lasciare il servizio nelle mani degli enti pubblici.

Napoli 10 0ttobre 2015

Coordinamento Campano per la Gestione Pubblica dell'Acqua – Rete Civica ATO3
https://it-it.facebook.com/pages/Coordinamento-Campano-Acqua-Pubblica/376966949080486
Ufficio Stampa Campania Acqua campaniaqua.stampa@gmail.com  3297745761 – 3296114952
Avv. G. Grauso 3450371943
http://retecivica-ato3.blogspot.it/


(clicca per il download)




venerdì 16 ottobre 2015



VENERDI’ 16 OTTOBRE 2015

IL TAR ANNULLA LE PARTITE PREGRESSE 
EMESSE DA GORI:
GRANDE VITTORIA DEI COMITATI PER 
L’ACQUA PUBBLICA!

Questa mattina è stata pubblicata la Sentenza del TAR Campania in riferimento alle cosiddette PARTITE PREGRESSE emesse dalla GORI SpA.

Parliamo di un importo pari a 122 milioni di euro che la società di gestione del Servizio Idrico dell’ATO3 Sarnese-Vesuviano sta chiedendo agli utenti in riferimento al periodo 2006-2011.
I Comitati della Rete Civica ATO3, insieme all’ associazione FEDERCONSUMATORI e alle Amministrazioni Comunali di Angri, Casalnuovo e Nocera Inferiore, Castel San Giorgio e Fisciano tutte facenti parte della “Rete dei Sindaci per l’Acqua Pubblica”,  hanno impugnato gli atti e le pretese della GORI sulle "Partite Pregresse Ante 2012", e assistiti dagli avvocati Giuseppe Grauso e Francesco Miani hanno dato seguito al ricorso al TAR.

Il TAR, con una lunga e articolata sentenza, accoglie in pieno tutte le obiezioni sollevate rispetto alla illegittimità degli atti posti in essere dall’ormai ex-Commissario Straordinario di ATO3 Carlo Sarro, (attualmente indagato per turbativa d’asta).

Dalla sentenza del TAR emerge la figura grigia di Sarro e del ruolo che ha ricoperto in questi anni. Doveva rimanere in carica per sei mesi come commissario per la liquidazione dell’Ente d’Ambito, è rimasto illegittimamente in carica per più di due anni, intervenendo su questioni che non hanno nulla a che fare con la gestione ordinaria dell’Ente.

Risulta evidente che la sentenza getta una ulteriore e pesante ombra sulla gestione inefficace ed inefficiente del servizio idrico di GORI Spa, che in sinergia con gli enti preposti al controllo non ha esitato a costruire un castello di carte ed atti illegittimi volti a rimpinguare le proprie casse, a danno degli utenti.    

Ora più che mai è urgente mettere in liquidazione la GORI Spa

La foglia di fico che copre l’indecente gestione del servizio idrico da parte di GORI si è ulteriormente rimpicciolita, si tratta ora più che mai di capire quali Sindaci e quali amministrazioni sostengono ancora politicamente il “carrozzone” per metterli tutti alla porta e voltare finalmente pagina nella gestione del servizio idrico.

La Regione Campania dovrà finalmente porre fine al commissariamento e restituire la democrazia ai cittadini ridando il potere all’assemblea dei sindaci di decidere in piena autonomia la gestione del servizio idrico.

Grazie al forte impegno di resistenza alla GOR da parte dei comitati cittadini e alla caparbietà di molti Sindaci per l’acqua pubblica possiamo sperare di chiudere la fallimentare stagione della privatizzazione del servizio idrico passando ad una Gestione Pubblica e Partecipata dell’acqua.
         
Rete Civica ATO3 
Coordinamento Campano per l’Acqua Pubblica

Clicca sull'immagine per il download


venerdì 2 ottobre 2015

Ottobre 2015


Per fermare la legge regionale sul riordino del SII di Bonavitacola 
e proporre la nostra
 _Audizione VII Commissione Ambiente della Campania _

Napoli, 1 ottobre 2015, ore 10,00: nella quasi totale assenza dei Consiglieri regionali, tranne dei consiglieri Muscara' ( che sostituiva anche la capogruppo Ciarambino) e Viglione del M5S; e della consigliera Amato del Pd; il Presidente della VII Commissione ambiente della Regione Campania Gennaro Oliviero, ha dato inizio all'audizione avente ad oggetto la legge sul riordino del servizio idrico in Campania. 

Padre Alex Zanotelli, Consiglia Salvio per il Coordinamento Campano per la gestione pubblica dell'Acqua, il Presidente dell'A. S. ABC Napoli Avv. Maurizio Montalto, e l'Avv. Giuseppe Grauso hanno relazionato in merito alla loro proposta di legge, poi depositata in Commissione Ambiente. È stato chiesto ai capigruppo di farla propria, sottoscrivendola anch'essi.

Il relatore di Acquacampania SpA ha rinunciato al suo intervento.

Il vicepresidente nazionale dell'Anpci, nella sua relazione, ha concordato con noi su principi referendari da rispettare, evidenziando le enormi difficoltà a cui sono sottoposti e subiscono i piccoli Comuni.

Il relatore dell'ASIS di Salerno ha affermato di essere d'accordo con la proposta di legge della Giunta De Luca, cosa che invece noi abbiamo anche ieri ribadito non condividere, in quanto favorisce le lobby, favorendo un sistema che accentrerebbe tutto il potere nelle mani di pochi. 

A breve verrà comunicata la data della conferenza stampa per la sottoscrizione della proposta di legge dei gruppi consiliari regionali

Campania, 2 ottobre 2015









domenica 27 settembre 2015

NESSUN CONFRONTO CON LA GIUNTA REGIONALE
SI RITIRI IL DISEGNO DI LEGGE CHE FAVORISCE LE LOBBY!

Leggiamo che la Giunta Regionale avrebbe fissato per lunedì 28 settembre un incontro con i Comitati per l'Acqua Pubblica per discutere del Disegno di Legge approvato dalla Giunta della Regione Campania con DGR 411 del 9 settembre 2015. I comitati per l'acqua pubblica ringraziano per l'invito ma non parteciperanno al confronto.

Il Disegno di Legge approvato dalla Giunta De Luca, al di là di marginali modifiche di facciata, ripropone esattamente lo stesso schema di governo del Ciclo Integrato dell'Acqua proposto dalla passata Giunta Caldoro e bocciato grazie alle mobilitazioni popolari del primo semestre di quest'anno. 

La Giunta De Luca ripropone l'ATO unico regionale, l'esproprio dei comuni relativamente alle competenze sull'acqua, l'assenza di istituti di democrazia diretta e partecipativa. In questo modo il Disegno di Legge della Giunta riduce gli spazi della democrazia,  accentra i poteri in capo ad organismi istituzionali ed amministrativi ristretti e/o monocratici, va verso un gestione tecnocratica ed autoritaria dell'acqua facilmente asservibile alle lobby finanziare che si muovono nel settore. In parole povere il contrario di quanto deciso con il referendum del 2011: “ Fuori l’acqua dal mercato, fuori il profitto dall’acqua”.

In campagna elettorale De Luca aveva promesso tutt'altro ma, alla prova dei fatti, ha obbedito ai diktat nazionali e dei poteri forti che hanno interessi sull'acqua ed ha proseguito sulla stessa strada di Caldoro, facendo carta straccia della stessa proposta di legge regionale presentata pochi giorni prima da alcuni consiglieri del PD.

I nostri obiettivi sono sempre gli stessi: restituire le competenze alle assemblee dei sindaci (tutti i sindaci), la costituzione di ATO di dimensioni non superiori a quelli precedenti,  la previsione di istituti di democrazia diretta e partecipativa, l'acqua pubblica. Presenteremo le nostre proposte nelle sedi competenti, ossia nella VII Commissione del Consiglio Regionale che sta discutendo della Legge di Riordino del Settore. Abbiamo chiesto per mesi il confronto con De Luca ed ora ce lo si concede quando il Disegno di Legge è stato già approvato? Non partecipiamo a falsi confronti dove tutto è stato già deciso.

Ci rivolgiamo pertanto ai membri del Consiglio Regionale di ogni schieramento perché si fermi questo scempio. Siamo coscienti che anche nella stessa coalizione di maggioranza ci sono tanti consiglieri regionali contrari al modello di governo dell'acqua proposto dalla Giunta De Luca ed è il momento che escano allo scoperto e prendano posizione. Per quanto ci riguarda da oggi parte la mobilitazione per fermare l'approvazione di questa legge. 





domenica 23 agosto 2015

da "comune-info"
UN DUBBIO SUGLI ZINGARI E LA MORTE

di Ascanio Celestini
Gli zingari! I tremendi Casamonica!  Ce li ho davanti tutti i giorni, li vedo da quando sono nato, stanno nelle stesse strade della borgata nella quale vivo da sempre. I più ricchi girano con macchine eclatanti, i più poveri rovistano nei cassonetti. Una volta morì una zingarella giovane e riempirono una strada di petali di fiori. Siamo andati a vedere la carrozza coi cavalli bianchi. Ci siamo andati in bicicletta, con la Graziella.

C’è da dire che la mia famiglia non va in chiesa. Dio ci interessa quanto noi interessiamo a lui. Cioè poco o niente, ma va bene così. Per Lui la morte è un inizio, per noi soltanto una fine. Punti di vista, punti di vita. Eppure quella strada infiorata aprì un buco nella testa di tanti ragazzini come me, come ero io tanto tempo fa.

Gli zingari ricchi sono trucidi e panzoni, capelloni e strillanti, ma non mi fanno schifo come lo fanno a tanti commentatori sui giornali,nella rete o nelle televisioni. Quelli che si indignano per la loro mafiosità, per la loro panza antiestetica, per i loro soldi che pare che puzzano più di quelli che la panza ce l’hanno ben levigata, ma rubano tanto di più e tanto meglio.

Quei zozzoni zingari non hanno la bomba atomica come gli americani o i cinesi. Non sono padroni del gas come i Russi. Non si inventano genocidi come i nazisti o gli Hutu. La maggior parte delle volte lavorano, spesso  rubacchiano, certe altre si fanno le villette con le colonne di travertino e i leoni di marmo sul cancello. Sono fatti così. Non conoscono Philip Starck e forse pure Ikea gli sembra un po’ poverella nello stile.
sepelio_de_vittorio_casamonica_4
Foto tratte dal sito www.elheraldo.co

Hanno fatto un casìno a Don Bosco, poche centinaia di metri da casa mia. L’hanno fatto con un elicottero e una carrozza che, pare, abbia portato al camposanto pure Totò. E tanti si sono schifati perché è gente che ruba e spaccia, gente che se ne frega delle regole e trasforma un funerale in una manifestazione di piazza.

Devo dirlo? Lo dico: io sono contro di loro. Io rispetto tutte le regole e pago le tasse. Io e tutta la mia famiglia. Produco energia elettrica che regalo al gestore che me la rivende senza ridarmi i soldi del mio lavoro. Sono legale anche con gli illegali. Mi faccio derubare a rate dallo Stato. Ma questo non è l’oggetto del discorso.

L’oggetto è un altro: perché nessuno si è chiesto perché lo fanno? Perché prendono la morte e la rovesciano in un fatto scandaloso? Nessuno si è chiesto cosa è ancora la morte per noi. Cosa è la morte di mio padre o di mio figlio. Del mio e del vostro. Tutti si sono igienicamente lavati le mani e allontanati da quel casìno.

Forse è l’estate sgomenta nella quale accadono un po’ di cose nascoste sotto il tappeto (leggi che leggeremo tra qualche anno, ma saranno applicate subito) e tante altre senza importanza.Ma qualcuno si è interrogato sul significato della morte?  Qualcuno ha guardato oltre le panze e i capelli di quei ciccioni per chiedersi cosa è la morte per noi senza panza e capelli?

sepelio_de_vittorio_casamonica_5
Foto tratte dal sito www.elheraldo.co

Anche per me è stata una manifestazione trucida, ma dopo il primo sentimento contrastato mi sono ricordato che dietro alla manifestazione colorita ci stava la morte. La morte di un fesso, un criminale, un padre di famiglia, un assassino, un brav’uomo, un pezzente, un riccone paperone, un nulla, un tutto.

E proprio di tutto abbiamo parlato davanti a quel sarcofago scortato dalla musica del Padrino di Coppola. Lo abbiamo fatto senza sapere cosa è il lutto per quelle persone ciccione. Facciamo sempre così. Pensiamo a quello che sta nel nostro cervello credendo che sia il meglio, ma ce ne freghiamo del cervello e della cultura degli altri. Quelli rubano e allora sono cattivi. Noi avveleniamo la nostra vita sul pianeta, ma lo facciamo mentre andiamo in palestra. I nostri glutei sono solidi come scolpiti da Canova, loro si mangiano il grasso fritto e sono trogloditi.

Ci sentiamo forti perché le altre culture ci sembrano stupide. E quando le vediamo sfilare in quel modo storpio e riccastro ci sentiamo ancora più forti. Tutti si schierano contro di loro, la quasi-destra e la quasi-sinistra, il partito-contro-tutti e il partito-con-tutti. E parliamo, parliamo, e scriviamo e scriviamo. Discorriamo di tutto, tranne che della morte.

mercoledì 15 luglio 2015

 LE MANI DELLA CAMORRA SULL'ACQUA RIPRISTINARE SUBITO LA DEMOCRAZIA


Apprendiamo dai media che la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli ha dato mandato  per  l’esecuzione di 13 provvedimenti cautelari  nei confronti di presunti esponenti e favoreggiatori del clan dei Casalesi. Tra i destinatari di tali provvedimenti spicca il nome dell’On.le Carlo Sarro,  Deus Ex Machina della GORI s.p.a. da più di 3 anni, nonché quello dell'ex deputato Tommaso Barbato, regista della creazione e gestione del servizio acquedotti regionale.

I reati sarebbero stati commessi proprio in riferimento al loro nella gestione degli appalti relativi al servizio idrico e fognario dell'Acquedotto Regionale e della GORI SpA. L’esito delle gare, secondo le indiscrezioni giornalistiche, sarebbe stato condizionato permettendo l’aggiudicazione degli stessi lavori a ditte riconducibili al boss Michele Zagaria.

Non vogliamo sostituirci alla magistratura e capiremo dall'evolversi dell’indagine gli elementi di dettaglio delle varie responsabilità penali, ma riteniamo doveroso puntualizzare, proprio alla luce di quanto accaduto, che bisogna chiudere un ciclo in Regione Campania rispetto alla (mala) gestione delle risorse idriche che dura da più di un decennio.  

Non bastano le dimissioni dell'on. Sarro dal suo ruolo di Commissario idrico, abbiamo la necessità di una ripresa in carico delle comunità locali della gestione della risorsa idrica!

Le ultime vicende giudiziarie sono solo la punta dell’Iceberg di anni in cui nelle stanze chiuse si è privatizzato il servizio , ci si è adoperati con vere e proprie operazioni vessatorie nei confronti degli utenti, tutto a vantaggio degli interessi dei grandi gruppi multinazionali e della malavita organizzata.


Per questo chiediamo con forza e senza indugio al Presidente della Regione Campania:
Il ripristino immediato delle assemblee dei sindaci con poteri decisionali.

La questione Sarro/ATO3/GORI nonché quella che vede protagonista Tommaso Barbato con l'acquedotto regionale sarà la cartina al tornasole della nuova Amministrazione Regionale,  onde verificare sul campo la reale volontà di invertire la rotta di un decennio di privatizzazione e malaffare. E' necessario favorire il percorso di ripubblicizzazione dal basso, sul modello ABC di Napoli, anche negli altri territori e smetterla con commissariamenti e competenze affidate a uomini soli al comando,.

I comitati che fin dalla prima ora hanno denunciato e lottato contro questo tipo di gestione, saranno ancora in prima fila con iniziative volte ad attuare concretamente nei nostri territori la gestione pubblica, solidale, ecologica e partecipata del bene comune acqua.

Coordinamento Campano per la gestione pubblica dell'acqua
 Rete Civica dei comitati acqua pubblica dell’ATO3 Sarnese - Vesuviano





martedì 14 luglio 2015

LA CAMORRA E' UNA 
MONTAGNA DI MERDA!




Su ACQUA e GESTIONE DEI SERVIZI IDRICI
Risposta di Emilio Molinari a Erasmo D'Angelis


Prima dei contenuti colpisce il linguaggio di quanto scrive su il manifesto Erasmo D'Angelis, nuovo direttore dell'Unità (giornale fondato da Antonio Gramsci), rivolgendosi a Marco Bersani a proposito di privatizzazione dei servizi pubblici locali e idrici in particolare (http://ilmanifesto.info/erasmo-dangelis-lo-sblocca-italia-e-di-sinistra/). Rozzo, con paradossi estremi, nel giudicare coloro che difendono il servizio pubblico, D'Angelis dice che l'Italia è “l’ultimo paese sovietico d’Europa”e chi sostiene i servizi pubblici è fermo a Giolitti (liberale) cioè ad un Paese arretrato e miserabile, dove“la civiltà e il progresso si misuravano nella gratuità e nell’universalità dei servizi” (presumo intendesse l’universalità del diritto all’acqua potabile).

Ne discende che per l’ex presidente di Publiacqua Spa il diritto è un qualcosa che si acquista e la partecipazione dei cittadini alla cosa pubblica, testuali parole di D'Angelis, “si esprime comprando azioni delle imprese” e giocando in Borsa. E’ un modo di pensare che merita di essere ripreso, perché vi si possono leggere, brutalizzate, le fondamenta di quel pensiero politico e di quella cultura amministrativa che oggi, come un cancro, sta uccidendo la Comunità Europea, la Grecia, la democrazia; che strangola i Comuni, li spinge alla privatizzazione ricattandoli con lo Sblocca Italia (che per l’Erasmo è di “sinistra”, cretini noi a non capirlo) e si sta disfacendo non solo delle aziende municipalizzate ma anche delle Istituzioni.

Io, lo confesso, sono vecchio ed ho rispetto per la storia. Penso che ci siano diritti e servizi fondamentali che attengono alla vita degli essere umani, l'accesso ai quali deve essere garantito a tutti, universalmente e gratuitamente (nel minimo) per vivere decentemente. Questa è la missione della politica dei “beni comuni” dalla Rivoluzione francese in poi. Non so se Turati e altri socialisti, oggi, avrebbero cambiato idea come dice l’Erasmo; so che questo è il pensiero della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948 e delle Costituzioni italiana ed europee nate dalla Resistenza e lo è stato della politica d’ogni colore... fino all’arrivo dei Chicago Boys.

Noi, inoltre, non abbiamo mai parlato di totale gratuità per tali servizi, abbiamo detto che non si devono fare profitti e che si deve garantirne l’accesso; abbiamo detto poi che la fiscalità generale deve garantire tali servizi e la loro efficienza e che questa è una priorità superiore agli armamenti, ad Expo, alle grandi opere inutili disseminate sul territorio italico ed alle migliaia di Enti inutili.
Chiariamoci subito alcune questioni: il movimento dell’acqua non ha mai difeso gli ottomila Enti pubblici, molti dei quali inventati dalla casta. 

Le domande, a questo proposito, sono altre.
Perché, se proliferano gli Enti inutili, per la casta politica che li ha generati diventa un buon pretesto per privatizzare servizi essenziali come quelli idrici, dello smaltimento dei rifiuti o del trasporto pubblico?
Perché la questione morale, l’inefficienza, la corruzione degli amministratori pubblici devono essere impugnate dagli stessi come ragione per svendere al privato il patrimonio pubblico?
Perché il Sud viene presentato come il modello corrotto ed inefficiente, dimenticando che i servizi idrici del sud (salvo Napoli e l’acquedotto pugliese in house che se la cavano) sono già stati tutti privatizzati?
Perché non si denuncia che in Italia gli investimenti nei servizi sono 10 euro per persona all’anno contro gli 80/120 in Europa ?
Chi non investe sono coloro che tagliano la spesa pubblica e strangolano i Comuni e tutti quei privati a cui è stata affidata la gestione del 50% dei servizi idrici italiani (in particolare Acea, Iren, A2A, Hera, Suez, Veolia, tutte quotate in borsa). Vorrei fare una scommessa, sicuro di vincerla: sono convinto che tutti gli amministratori indagati per corruzione siano stati sostenitori delle privatizzazioni!!!
Perché non si vuole vedere quali disastri hanno fatto nel nostro Paese i privati: Parmalat, Cirio, Fiat, Ilva e poi Telecom, Alitalia ecc.?
Provi, D'Angelis, ad andare in Liguria ed a chiedere ai cittadini un po' anziani cosa pensano di Iren, o provi a Milano a chiedere come funziona la quotata in borsa A2A; vedrà quanta nostalgia per la vecchia municipalizzata AEM che funzionava benissimo.

E’ immorale, questo sì, sentire tanta furia privatizzatrice e tanto accanimento contro ogni gestione pubblica da chi ricopre da anni ruoli di amministratore della cosa pubblica.
Erasmo D'Angelis è stato: Consigliere regionale, Presidente di Publiacqua, Presidente della Commissione Ambiente, Sottosegretario alle infrastrutture e trasporti e infine responsabile dell'unità contro il dissesto idrogeologico. E’ mai possibile che uno che ha ricoperto tante cariche pubbliche e gestito direttamente aziende pubbliche, debba essere l’accusatore della mala gestione e si permetta di definire i movimenti ed i 27 milioni di cittadini che hanno votato per la ripubblicizzazione come retrogradi sovietici?

Viene spontaneo chiedersi: ma dove ha vissuto e dove vive costui? 
Dove si è costruito una simile lettura del passato e del presente, dell’Italia e dell’Europa?
In Europa e nel mondo le cose vanno in modo diverso da quanto D'Angelis sostiene: Parigi, Bordeaux, Nizza, Stoccarda, Berlino, Napoli, hanno ripubblicizzato; in Olanda ed in Belgio non hanno mai privatizzato; l’Irlanda è stata percorsa da manifestazioni per l’acqua pubblica; la Commissione del Parlamento europeo ha di recente votato per l’acqua diritto umano e aperto la discussione sul bene comune non mercificabile.

Dal marzo 2000 al marzo 2015 si sono verificati nel mondo 235 casi di rimunicipalizzazione dell'acqua in 37 Paesi diversi, per un totale di più di 100 milioni di persone; la maggioranza delle città sono in Francia (94) e negli USA (58, tra cui Atlanta e Houston); in Colombia Bogotà, in Argentina Santa Fè, Rosario, Mendoza, la provincia di Buenos Aires, in Guinea Conakry, in Uganda Kampala, in Mali Bamako, in SudAfrica Johannesburg, in Malesia Kuala Lumpur, ecc. 
Tutti bolscevichi? Tutti non hanno capito la “modernità”?

I ricercatori dell’Università di Greenwich hanno anche indicano le ragioni di insoddisfazione per la gestione privata: scarsi investimenti in infrastrutture; degrado nella qualità dell'acqua; mancanza di trasparenza sui costi e sull'aumento delle tariffe; crescita esponenziale dei costi; rischi ambientali; non trasparenza finanziaria; riduzione dei posti di lavoro e prestazione di servizi scadenti.

Infine mi chiedo: ma il nostro detrattore della cosa pubblica si è accorto che anche il Papa è uno degli ultimi sovietici? 

Ha letto l'Enciclica dove si dichiara, senza se e senza ma, che l’acqua potabile è un diritto umano e non si deve privatizzare né mercificare?
Che facciamo, rottamiamo anche il Papa?

Emilio Molinari

domenica 5 luglio 2015

LA CLASSE NON E' TROIKA E 
LA DEMOCRAZIA NON E' ACQUA (QUELLA PRIVATA!).
FORZA GRECIA!

domenica 28 giugno 2015

Lettera integrale di Alexis Tsipras al popolo greco - 27-06-2015


Siamo tutti greci!
«Greche e greci,

da sei mesi il governo greco conduce una battaglia in condizioni di asfissia economica mai vista, con l’obiettivo di applicare il vostro mandato del 25 gennaio a trattare con i partner europei, per porre fine all’austerity e far tornare il nostro paese al benessere e alla giustizia sociale. Per un accordo che possa essere durevole, e rispetti sia la democrazia che le comuni regole europee e che ci conduca a una definitiva uscita dalla crisi.


In tutto questo periodo di trattative ci è stato chiesto di applicare gli accordi di memorandum presi dai governi precedenti, malgrado il fatto che questi stessi siano stati condannati in modo categorico dal popolo greco alle ultime elezioni. Ma neanche per un momento abbiamo pensato di soccombere, di tradire la vostra fiducia.

Dopo cinque mesi di trattative molto dure, i nostri partner, sfortunatamente, nell’eurogruppo dell’altro ieri (giovedì n.d.t.) hanno consegnato una proposta di ultimatum indirizzata alla Repubblica e al popolo greco. Un ultimatum che è contrario, non rispetta i principi costitutivi e i valori dell’Europa, i valori della nostra comune casa europea. È stato chiesto al governo greco di accettare una proposta che carica nuovi  e insopportabili pesi sul popolo greco e minaccia la ripresa della società e dell’economia, non solo mantenendo l’insicurezza generale, ma anche aumentando in modo smisurato le diseguaglianze sociali.

La proposta delle istituzioni comprende misure che prevedono una ulteriore deregolamentazione del mercato del lavoro, tagli alle pensioni, nuove diminuzioni dei salari del settore pubblico e anche l’aumento dell’IVA per i generi alimentari, per il settore della ristorazione e del turismo, e nello stesso tempo propone l’abolizione degli alleggerimenti fiscali per le isole della Grecia. Queste misure violano in modo diretto le conquiste comuni europee e i diritti fondamentali al lavoro, all’eguaglianza e alla dignità; e sono la prova che l’obiettivo di qualcuno dei nostri partner delle istituzioni non era un accordo durevole e fruttuoso per tutte le parti ma l’umiliazione di tutto il popolo greco.

Queste proposte mettono in evidenza l’attaccamento del Fondo Monetario Internazionale a una politica di austerity dura e vessatoria, e rendono più che mai attuale il bisogno che le leadership europee siano all’altezza della situazione e prendano delle iniziative che pongano finalmente fine alla crisi greca del debito pubblico, una crisi che tocca anche altri paesi europei minacciando lo stesso futuro dell’unità europea.

Greche e greci,
in questo momento pesa su di noi una responsabilità storica davanti alle lotte e ai sacrifici del popolo greco per garantire la Democrazia e la sovranità nazionale, una responsabilità davanti al futuro del nostro paese. E questa responsabilità ci obbliga a rispondere all’ultimatum secondo la volontà sovrana del popolo greco.
Poche ore fa (venerdì sera n.d.t.) si è tenuto il Consiglio dei Ministri al quale avevo proposto un referendum perché sia il popolo greco sovrano a decidere. La mia proposta è stata accettata all’unanimità.
Domani (oggi n.d.t.) si terrà l’assemblea plenaria del parlamento per deliberare sulla proposta del Consiglio dei Ministri riguardo la realizzazione di un referendum domenica 5 luglio che abbia come oggetto l’accettazione o il rifiuto della proposta delle istituzioni.

Ho già reso nota questa nostra decisione al presidente francese, alla cancelliera tedesca e al presidente della Banca Europea, e domani con una mia lettera chiederò ai leader dell’Unione Europea e delle istituzioni un prolungamento di pochi giorni del programma (di aiuti n.d.t.) per permettere al popolo greco di decidere libero da costrizioni e ricatti come è previsto dalla Costituzione del nostro paese e dalla tradizione democratica dell’Europa.

Greche e greci,
a questo ultimatum ricattatorio che ci propone di accettare una severa e umiliante austerity senza fine e senza  prospettiva di ripresa sociale ed economica, vi chiedo di rispondere in modo sovrano e con fierezza, come insegna la storia dei greci. All’autoritarismo e al dispotismo dell’austerity persecutoria rispondiamo con democrazia, sangue freddo e determinazione.

La Grecia è il paese che ha fatto nascere la democrazia, e perciò deve dare una risposta vibrante di Democrazia alla comunità europea e internazionale. E prendo io personalmente l’impegno di rispettare il risultato di questa vostra scelta democratica qualsiasi esso sia.
E sono del tutto sicuro che la vostra scelta farà onore alla storia della nostra patria e manderà un messaggio di dignità in tutto il mondo. 

In questi momenti critici dobbiamo tutti ricordare che l’Europa è la casa comune dei suoi popoli. Che in Europa non ci sono padroni e ospiti. La Grecia è e rimarrà una parte imprescindibile dell’Europa, e l’Europa è parte imprescindibile della Grecia. Tuttavia un’Europa senza democrazia sarà un’Europa senza identità e senza bussola.

Vi chiamo tutti e tutte con spirito di concordia nazionale, unità e sangue freddo a prendere le decisioni di cui siamo degni. Per noi, per le generazioni che seguiranno, per la storia dei greci.
Per la sovranità e la dignità del nostro popolo».

Alexis Tsipras

sabato 20 giugno 2015

LA LOBBY DELLE UTITLITY
di Marco Bersani (Attac Italia)

“Siamo l’ultimo paese sovietico d’Europa”; con queste parole Erasmo D’Angelis, capo dell’unità di missione Italiasicura e rappresentante del Governo Renzi, ha salutato il battesimo di Utilitalia, la nuova associazione dei gestori di servizi pubblici locali, nata dalla fusione di Federambiente e di Federutility.

“Dobbiamo passare da circa 1.500 società partecipate a 20 società regionali per la gestione dei rifiuti, 5 grandi player per il servizio idrico integrato, 3 per la distribuzione del gas e 4 per il trasporto pubblico locale. Settore quest’ultimo che va inserito subito in Utilitalia, perché sarà il primo a bandire le gare per affidare la gestione dei servizi”. Ecco scodellato in tre righe il programma del governo, naturalmente non discusso in nessuna sede con i cittadini, gli enti locali e le comunità territoriali, bensì annunciato di fronte alla nuova holding dei gestori. 

Anche perché, ai cittadini D’Angelis e Renzi dovrebbero spiegare che ne è della vittoria referendaria del giugno 2011, con la quale 27 milioni di italiani avevano sancito la gestione pubblica, partecipativa e senza profitti dell’acqua e dei beni comuni.

Un programma di governo portato avanti a colpi di normative (SbloccaItalia, Legge di stabilità, disegno di legge Madia) e con l’utilizzo del patto di stabilità interno come arma contro i cittadini, consentendo ai sindaci di poter utilizzare e spendere le somme ricavate dalla privatizzazione dei servizi pubblici locali.

“L’obiettivo di queste fusioni e incorporazioni sarà l’innalzamento dello standard di qualità dei servizi e la riduzione dei costi per i cittadini” ha chiosato il presidente di Utilitalia Giovanni Valotti, trovando l’immediato consenso del presidente dell’Autorità per l’energia Guido Bortoni –il cui stipendio, giova ricordare, è pagato dalle medesime società di servizi- e del Ministro per la pubblica amministrazione Marianna Madia.

Occorre forse qui ripetere un semplice ragionamento, che si pensava, dopo un referendum, di non dover più riprendere. Dentro quest’idea di privatizzazione e di finanziarizzazione dei servizi pubblici locali, vogliono lor signori dirci una volta per tutte da dove proverranno i profitti per le grandi multiutility che tutto gestiranno?

Perché a noi risulta che nel caso della gestione dell’acqua, dei rifiuti, dell’energia, ovvero di tutti i beni comuni, il profitto sia concretamente ottenibile solo ed esclusivamente da cinque possibili fattori: 
a) la riduzione del costo del lavoro, attraverso la diminuzione dell’occupazione e la precarizzazione dei contratti; 
b) la riduzione degli investimenti, come già sperimentato nell’ultimo decennio di gestioni attraverso SpA; 
c) la riduzione della qualità del servizio, con meno manutenzioni, controlli etc.;
d) l’aumento delle tariffe, che infatti salgono esponenzialmente; e) l’aumento dei consumi della risorsa. Tutti fattori in diretto contrasto con l’interesse generale e che si realizzano puntualmente in ogni processo di privatizzazione. 

Quanto al mantra dell’economia di scala, anche i sassi ormai sanno che, oltre una certa soglia (300.000 abitanti, salvo realtà urbane metropolitane), la scala più ampia produce esattamente disservizi e diseconomie.

Territorio per territorio, comunità locale per comunità locale, occorre opporsi a questo disegno, rivendicando la riappropriazione sociale dei beni comuni, della ricchezza collettiva e della democrazia dal basso come condizioni per un altro modello sociale. Bisogna riprendersi il comune per riprendersi i Comuni.


giovedì 11 giugno 2015

13 Giugno 2011 - 13 Giugno 2015
4° compleanno della vittoria referendaria

NAPOLI - Piazza Municipio 
Tutti insieme, in collaborazione col Comune di Napoli e con l'Azienda Speciale ABC Napoli,  per contrastare la privatizzazione delle fonti idriche del Mezzogiono, per celebrare e tutelare la vittoria dell'ABC Napoli, in Occasione del quarto Anniversario referendario.

Il 13 giugno tutti a piazza Municipio, Napoli: tavola rotonda,dichiarazione per l'acqua pubblica, tutte i coordinamenti regionali dei cittadini del centro-sud italia... per far rispettare quel si !!!
Vieni anche tu, chiuderemo con una bella festa in piazza Municipio, e tanti interventi dal palco.

Programma :

ore 11,00 : Accoglienza dei partecipanti  con piccola cerimonia all’aperto, nei giardini pubblici antistanti Palazzo San Giacomo, nei pressi della fontana del Tritone, in piazza Municipio - Napoli. Saluto del Sindaco di Napoli Luigi De Magistris, del Presidente ABC Napoli Maurizio Montalto, di Padre Alex Zanotelli Missionario comboniano di Consiglia  Salvio del  Coordinamento Campano per la Gestione Pubblica  dell'Acqua.

ore 11,30-13,30: Tavola Rotonda, all’interno di Palazzo San Giacomo, in Sala Giunta, al secondo piano,  con interventi delle varie realtà (Sindaci, Parlamentari per l'Acqua, Istituzioni regionali e comunali, Coordinamenti, Comitati, Associazioni, Reti). Hanno dato la loro adesione a partecipare: Alfonso Senatore ( Calabria), Antonio De Lellis (Molise), Massimo Maraone (Cervaro e Cassino, Lazio),Elisabetta de Persio ( Umbria). Partecipazioni regionali da confermare: Sicilia, Puglia, Basilicata. 

ore 14,00: Pausa pranzo (a cura dell'Associazione Libera con bibite del commercio equo-solidale)

ore 15,00- 17,00: Prosieguo dei lavori . Verrà stilato un DOCUMENTO FINALE DI SINTESI E PROPOSTE venute fuori dalla Tavola Rotonda del mattino. Costituzione del Coordinamento del Centro-Sud Italia. .Approvazione e lettura della DICHIARAZIONE DELL'ACQUA, appositamente formulata per l'occasione..

ore 20,00: Evento conclusivo serale in piazza Municipio - Napoli - Presenta Rosaria De Cicco - Partecipano Marco Zurzolo, Enzo Gragnaniello, Maurizio Capone, La Maschera, Michele Selillo, Michela Montalto, Marina Billwiler, Monica Pinto

Intervengono Luigi De Magistris, Maurizio Montalto, Alex Zanotelli, Consiglia Salvio. Infine,brindiamo tutti con acqua pubblica di Napoli, gestita dall'Az. Spec. Acqua Bene Comune (ABC) Napoli, "Buona da bere!", a tutt'oggi l'unico caso, in Italia, di ripubblicizzazione post-referendaria, in una città medio-grande.


"ACQUA: Mezzogiorno Svegliati!"

Le privatizzazioni dell’acqua nel centro-sud Italia avanzano senza sosta. La multinazionale ACEA SpA ha messo in campo una strategia di accaparramento delle fonti, cui far seguire la gestione dell’intero servizio idrico, assicurandosi un enorme profitto e garantendo il controllo politico dei territori da parte dei gruppi di potere, che ne orientano le scelte.

I cambiamenti climatici, la carenza di cibo e la scarsità d’acqua sono i temi centrali del nostro tempo. Il controllo politico dei territori passa oggi attraverso l’accaparramento delle risorse naturali dell’intero pianeta. L’appropriazione e la gestione proprietaria dei beni della vita sono l’arma nelle mani delle lobby, che impongono soluzioni politiche che le comunità non accetterebbero, se non fossero coartate. Le multinazionali, strumenti dei gruppi di potere, agiscono per garantire la permanenza ed espansione, attraverso il controllo degli alimenti, dell’energia, della mobilità, delle tecnologie, della terra, dell’acqua e perfino dell’aria. Razionare i beni comuni, troppo spesso, non è una necessità dettata dall’indisponibilità reale delle risolse, ma la condizione emergenziale utile a favorire posizioni di potere assoluto. Cosicché, la redistribuzione, la lotta alla desertificazione e ogni forma di solidarietà che possa garantire una buona qualità di vita ad ogni essere umano, sono impegni annunciati, ma non certo obiettivi perseguiti dai gruppi di potere, che ne subirebbero solo pregiudizio.

Un buon grado di consapevolezza delle dinamiche in campo è il primo passo verso la liberazione delle comunità e la soluzione delle questioni ambientali. L’impegno diretto di ogni cittadino sui temi fondamentali innesca dinamiche di riappropriazione della politica e portano verso la ristrutturazione del governo democratico. Per queste ragioni mentre i poteri forti nel modificare i sistemi democratici puntano ad accorpare e concentrare i luoghi decisionali della politica, le cd. centralizzazioni da attuare attraverso il controllo delle risorse, le comunità territoriali possono resistere assumendosi l’impegno della cura diretta dei beni comuni e dell’acqua in primo luogo.

In Italia, come nel resto del mondo, la politica è esautorata gradualmente; con l’avvento delle Corporation, da noi le SpA, si sta attuando il progetto di occupazione e controllo dell’intero paese.
Questo lo scenario nel quale dobbiamo inquadrare le dinamiche di privatizzazione dell’acqua che registriamo nel centro-sud Italia. La multinazionale in campo è l’Acea SpA e punta all’ accaparramento delle fonti di molte regioni del centro e del sud del bel paese. 

Nel Lazio ha già conquistato grandi spazi, mentre le altre Regioni organizzano la dismissioni delle sorgenti e delle falde idriche dei propri territori. Nel Molise la messa in liquidazione dell’azienda speciale regionale ha proprio quest’obiettivo; non diversa la scelta della Regione Calabria, che sta chiudendo la Sorical, la società regionale di gestione degli acquedotti principali. In Campania è stata istituita una Struttura di Missione col compito precipuo di affidare a terzi la gestione delle fonti. Operazioni analoghe sono condotte in Puglia, Basilicata e in Umbria. Drammatica la condizione della Sicilia dove i grandi gruppi depredano e abbandonano.

L’obiettivo è unico: costruire le condizioni per una gestione distrettuale e ultraregionale delle fonti idriche, con vantaggio economico sicuro per la multinazionale in campo e acquisizione di un controllo politico stringente dei territori per le lobby, che governano l’operazione.

La risposta all’accaparramento delle fonti è nella creazione di una valida alternativa. La gestione pubblica del sistema idrico, la partecipazione dei cittadini e la costruzione di una rete di comunità impegnate nel governo diretto delle risorse del territorio, rappresentano una possibilità concreta e lacostruire di una soluzione democratica di tutela dell’acqua, degli individui e dei diritti delle generazioni che verranno. Napoli ce l’ha fatta, tutti possono farcela.

“The Future We Want” (il futuro che vogliamo) è lo slogan adottato nella conferenza dell’ONU tenutasi a Rio de Janeiro nel 2012 sul tema dello sviluppo sostenibile. Nello stesso periodo è stato pubblicato uno studio scientifico sul tema della sicurezza alimentare intitolato “The Future We Choose” (il futuro che scegliamo)

Campania, 13 giugno 2015


venerdì 17 aprile 2015


Fusione Acea – Addio acqua del Sindaco!
Invito all'assemblea degli utenti e dei lavoratori di Acea
23 aprile 2015

Cari sindaci, consiglieri, amministratori,
vi scriviamo perchè i diritti di noi cittadini sono sotto attacco, compreso un diritto fondamentale come l'acqua.

ll Governo sta infatti favorendo processi di fusione e aggregazione tra aziende che gestiscono i servizi pubblici locali, spingendo I comuni a consegnare l'acqua alle grandi multiutility quotate in borsa. Non più acqua del sindaco, ma acqua della finanza, nonostante nel 2011 oltre 26 milioni di italiani si siano espressi contro le privatizzazioni: una percentuale di votanti che nessuna maggioranza di Governo può vantare.

Il primo esperimento renziano sull'acqua sarà proprio il progetto di fusione in centro Italia: si vuole fare di Acea un unico grande gestore di Lazio, Toscana, Umbria e forse Campania, “partecipato” al 51% da una “newco dell'acqua” formata dal Comune di Roma e dalle centinaia di Comuni costretti ad affidare la gestione dell'acqua a questo nuovo “Gulliver”.

Un'operazione di finanziarizzazione dell'acqua, che vede i comuni messi sempre più all'angolo, e i cittadini e i lavoratori lasciati in balìa delle regole di mercato, in una gestione senz'altro più attenta ai dividendi che alla qualità del servizio. 

Ma è ancora possibile contrapporre l'interesse collettivo a quello di pochi "grandi" azionisti. Per questo il 23 aprile, in concomitanza con l'assemblea dei soci di Acea, vogliamo realizzare una grande assemblea pubblica che affronti temi come la qualità del servizio e del lavoro, la tutela della salute e del diritto all'acqua. E che getti le basi per un contrasto efficace a questa nuova furia privatizzatrice. 

Pensiamo che in questo confronto sia fondamentale la partecipazione di cittadini, lavoratori e amministratori locali non solo del Lazio ma di tutti gli Enti Locali sui quali Acea allunga i suoi tentacoli: uniti è possibile far prevalere l'interesse pubblico, come avvenuto con la vittoria referendaria del 2011.

Crediamo che il posto dei sindaci sia a fianco dei cittadini, e non in un consiglio di amministrazione.

Ore 11.00 Piazzale Ostiense, Roma
Forum Italiano dei Movimenti per l'acqua
www.acquabenecomune.org; segreteria@acquabenecomune.org


Invito ai Sindaci - scarica

Locandina Evento - scarica

Locandina A5 - scarica



martedì 14 aprile 2015

Oggi 14/04/2015
...quando và storto và storto!
Disegno di legge sul riassetto del servizio idrico ...Kaput!
Ciao GORI!


venerdì 10 aprile 2015

Lunedi 13 Aprile presidio alla Regione Campania 
Isola F13 Centro Direzionale Napoli  ore 10.30


NO  AL PROGETTO SUL RIORDINO DEL SERVIZIO IDRICO CAMPANO TARGATO  CALDORO / ACEA / GORI  
Allo scadere della legislatura, la giunta Caldoro cerca di far approvare, sotto forma di un Disegno di Legge collegato alla finanziaria, il vecchio progetto di privatizzazione e riorganizzazione del Servizio Idrico voluto dalle multinazionali dell’Acqua. 

Ciò che non si è riusciti  a fare nei cinque anni precedenti, anche grazie alla forte opposizione dei Comitati e dei Cittadini campani, di molti  Sindaci, ostinatamente  si tenta di farlo passare all’ultimo minuto! 

E’ un  progetto che va contrastato  con forza e determinazione perché :

- Taglia fuori  i 550  comuni della Campania, concentrando tutti i poteri decisionali    in poche mani   riunite nel Consiglio d’ambito dell’ EIATO  e nel suo Direttore Generale;

- Espropria definitivamente i Sindaci e le Comunità Locali delle loro legittime funzioni   di gestione e controllo dello stesso Servizio Idrico;

- Disattende il risultato referendario che, anche in Campania, si è pronunciato a favore   di una Democrazia dei Beni Comuni, partecipata, trasparente, svincolata dal profitto e   dal mercato; tende a vanificare i pur positivi segnali di democrazia e partecipazione  provenienti dal Comune di Napoli a favore di una gestione totalmente pubblica, quali i   provvedimenti adottati per la messa  in sicurezza dell’ABC;

- Crea le condizioni per l’assegnazione definitiva del Servizio di gestione  alla GORI Spa,  modificando i confini delle attuali gestioni; per cui altri 24 comuni della provincia di   Napoli, Avellino, Caserta, Salerno verrebbero attribuiti alla GORI ; che così viene “premiata”   invece  “di essere liquidata” dopo  i tanti guasti che ha prodotto:  distacchi dell’acqua,   immorali oltre che  illegittimi,  aumenti esorbitanti ed ingiustificati delle tariffe, partite pregresse, conguagli incomprensibili ed ingiustificati.

Coordinamento Campano per l'acqua pubblica - Rete Civica ATO 3