Assassinato
Gilberto Daza attivista dell’acquedotto comunitario del Municipo di Sucre in
Colombia
Il 28 dicembre uno di noi è stato barbaramente ucciso.
Gilberto Daza, di fronte alla moglie e ai suoi tre figli, è stato freddato con
due colpi alla nuca da un sicario che lo attendeva sulla porta di casa.
Gilberto era consigliere del Municipio di Sucre e insieme all’Associazione
contadina dei Bienandantes e all’Assemblea dell’acquedotto comunitario, era
impegnato per la difesa del territorio, contro la privatizzazione dell’acqua e
lo sfruttamento minerario del Macizo colombiano del Cauca.
Avremmo voluto augurare a tutte e tutti un buon
2014, partendo, in positivo, dalle nostre migliori esperienze che hanno
contraddistinto il 2013. Un anno per tanti aspetti orribile, ma in cui non sono
mancati squarci di luce e crepe di felicità. Come la Carovana internazionale di
ottobre in Colombia a cui è seguito il “levantamento” indigeno del 12 ottobre;
oppure la semplice quanto toccante esperienza di due militanti di Yaku in
Bolivia, Greta Rigon e Anna Postal, che hanno assaporato il grande cuore delle
comunità di Cochabamba, la città boliviana ribelle della prima e indimenticata
“Guerra dell’Acqua” del 2000.
Ma l’assassinio di Gilberto Daza, un’esecuzione in piena regola, ci chiama a un grido di rabbia comune.
L’ultima volta lo avevamo incontrato proprio ad ottobre, a Sucre, con la delegazione internazionale partecipando all’Assemblea degli utenti dell’acquedotto comunitario. Abbiamo scritto anche un articolo “Un acquedotto nel conflitto” , sull’esperienza di questa piccola comunità, nel dipartimento colombiano del Cauca, che è riuscita a gestire un acquedotto in modo collettivo e autonomo tra gli spari del conflitto e nel corso di un processo di pace - a Cuba il dialogo tra le Farc e il governo colombiano è iniziato da più di un anno – che sembra aver acutizzato e inasprito gli episodi di violenza in tutto il Paese.
Ora dopo le tante minacce anonime rivolte all’Assemblea dell’acquedotto e all’associazione contadina dei Bienandantes – entrambe partecipano al progetto di cooperazione internazionale promosso da Yaku “Agua Justicia y Paz in Colombia” – i sicari sono passati ai fatti. E Gilberto è stato ucciso da un uomo vestito di nero e il volto coperto da un passamontagna. Non sappiamo chi sia. Non sappiamo i nomi dei mandanti. Ma è certo che Gilberto è stato ucciso per aver difeso il suo territorio, l’acquedotto comunitario, e la dignità del piccolo Municipio di Sucre. Una comunità estranea al conflitto che insan! guina il Paese da più di 50 anni, ma che ha saputo scegliere la via della pace e dell’autonomia, partendo dalla riappropriazione dell’acquedotto comunitario e dalla difesa dei beni comuni.
E a chi aveva interessi e concessioni in quelle
montagne ricche di acqua e minerali, certo è un percorso che non è piaciuto.
Siamo vicini alla famiglia di Gilberto, alla comunità
di Sucre, alle compagne e ai compagni di Justicia y Paz che insieme a noi
seguono il percorso degli acquedotti comunitari nei luoghi di conflitto in
Colombia.
Sappiamo che nulla potrà restituire Gilberto alla sua
famiglia. Sappiamo anche che nulla potrà arrestare il recupero della dignità
della Comunità di Sucre.
E anche
noi ci stringiamo nello stesso abbraccio che tante donne, uomini, bambine e
bambini di Sucre hanno voluto dare a Gilberto, per ricordarci che nel 2014
saremo ancora insieme.
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