Il Consiglio di Stato blocca
la vendita di Acea
Sospesa la cessione del 21 per cento della
municipalizzata: il Campidoglio non può vendere fino al 24 luglio. Alemanno:
prendo atto, si decida il prima possibile
ROMA - Il Consiglio di Stato ha bloccato
fino al 24 luglio la vendita di Acea. La decisione è contenuta nel decreto
della V sezione che ha sospeso la decisione di mercoledì del Tar del Lazio che
aveva detto no alla sospensione urgente della pregiudiziale con cui sono stati
accantonati gli ordini del giorno collegati alla delibera sulla vendita del 21%
di Acea.
RICORSO
ACCOLTO - A rendere
nota la decisione del Consiglio di Stato è stato l'avvocato Gianluigi
Pellegrino, legale dei ricorrenti. A rivolgersi al Consiglio di Stato sono
stati i consiglieri comunali Gianluca Quadrana (Lista Civica per Rutelli),
Francesco Smedile (Udc) e Maria Gemma Azuni (Gruppo misto). Dice Pellegrino: «A
seguito del provvedimento del giudice, il consiglio comunale non potrà
procedere oggi (giovedì, ndr) alla votazione della delibera ma dovrà o
ripristinare i diritti delle minoranze consentendo il voto sugli ordini del
giorno ovvero attendere l'udienza del prossimo 24 luglio innanzi allo stesso
giudice amministrativo»
APPROVAZIONE
IN CAMPIDOGLIO - Proprio
giovedì infatti nell'assemblea capitolina era prevista l'approvazione finale
della delibera, collegata al bilancio, che prevede la vendita del 21 per cento
delle quote di Acea. Con il decreto di giovedì, il Consiglio di Stato ha
ritenuto «di mantenere la situazione inalterata sino alla trattazione
collegiale del proposto appello, sussistendo il danno grave e irreparabile
lamentato dagli appellanti». Da ciò, l'accoglimento delle richieste e la
sospensione dell'efficacia della ordinanza del Tar contestata fino al 24
luglio, data in cui è stata fissata la discussione in camera di consiglio
davanti a giudici in composizione collegiale. E così il presidente
dell'Assemblea capitolina, Marco Pomarici, in aula Giulio Cesare nel pomeriggio
di giovedì dichiara: «Su mandato unanime si è deciso di accantonare
temporaneamente la delibera 32 e chiudere la seduta di oggi».
ALEMANNO:
PRENDO ATTO - Immediata
la replica del sindaco di Roma Alemanno: «Prendo atto della decisione del
Consiglio di Stato di sospendere temporaneamente l’approvazione della delibera
su Acea. La nostra Avvocatura ha presentato istanza affinché la riunione della
V sezione che deve decidere definitivamente della sospensiva venga anticipata
il più possibile in modo da non ritardare oltre l’iter di approvazione della
delibera di bilancio».
«VIOLATE
REGOLE DEMOCRAZIA» - Gli
risponde l'avvocato Pellegrino: «Sembra sfuggire al sindaco Alemanno che l’importanza
della vicenda va al là della vendita di Acea: riguarda fondamentali regole
democratiche di funzionamento delle assemblee elettive. Principi basilari che
il regolamento del consiglio rispetta ma che sono state clamorosamente violate
abolendo con un tratto di penna le prerogative di base di tutti i consiglieri
che compongono la massima assemblea capitolina. Il ripristino di queste
fondamentali regole costituzionali e democratiche nella Capitale di Italia
doveva essere chiesto dal primo cittadino senza nemmeno rendere necessario
l’intervento del giudice».
IL SIT-IN - E giovedì mattina, proprio contro
l'approvazione della delibera, un gruppo di attivisti dei comitati per l'Acqua
pubblica ha occupato con un sit-in la scalinata di accesso a Palazzo Senatorio.
Nel pomeriggio sono stati mandati via dalle forze dell'ordine con cui ci sono
stati momenti di tensione.
Redazione
Roma Online12 luglio 2012 (modifica il 13 luglio 2012)
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