Quando l'incompetenza e l'incapacità di un assessore si traduce in una delirante Legge Regionale sul riordino del Servizio Idrico Integrato
Da "ottopagine.it" - Avellino
La guerra dell’acqua. Riordino ambiti, Mancino:
"scelta arbitraria e
arrogante"
Avellino - Non usa perifrasi Nicola Mancino quando parla dell’ennesimo tentativo di scippo ai danni dell’Irpinia. Il ddl della giunta regionale che ridisegna i confini degli ambiti territoriali smembrando l’Irpinia e, di fatto, togliendole la risorsa acqua, non piace all’ex Presidente del Senato. E Mancino non le manda a dire chiamando alla mobilitazione la comunità provinciale e le amministrazioni locali. «Le acque del Sele – ha detto Mancino – sono in provincia di Avellino, ma questa proposta rivoluziona gli assetti consolidati secondo, mi viene da pensare, le convenienze di qualche consigliere regionale, piuttosto che in un’ottica di miglioramento dei servizi».
Una scelta
folle da parte della giunta regionale rispetto alla quale l’Irpinia tutta,
mondo politico e non, non può rimanere a guardare. E qui si innesta l’appello
di Mancino. «Occorre – ha detto – mobilitare la pubblica opinione ed anche le
amministrazioni, che sono quelle che subiscono direttamente, perchè venga
fermato immediatamente questo scempio intollerabile». Parole ferme quelle di
Mancino che lasciano intuire come il livello dello scontro tra l’Irpinia e la
Regione sia destinato a salire nei prossimi giorni. «Non si deve abbassare la
guardia – ha concluso – rispetto ad una scomposizione che appare arbitraria ed
arrogante, ad uso più della rappresentanza di un singolo che non di tutela
dell’interesse generale».
Paga l’Irpinia per questo disegno di
legge e paga anche l’Alto Calore Servizi, ma il presidente del cda, Lello De
Stefano, annuncia battaglia. «Mi pare davvero un’assurdità – ha detto il numero
uno di Corso Europa – in questo modo l’Alto Calore perde la caratteristica, che
aveva sempre avuto, della centralità delle zone interne poichè in base a questo
nuovo disegno di legge gli viene attribuita una parte della provincia di
Caserta, penso a Casal di Principe, ma anche ad altri centri, dove la morosità
è elevatissima». Un’acquisto per nulla “invidiabile”, a fronte delle perdite
che il ddl prevede. «Con questa nuova – spiega il presidente di Acs -
perderemmo il comune di Contrada, che è alle porte di Avellino, ma anche
Forino, il montorese, il baianese. In tutto una ventina di comuni circa». Ma
c’è un altro aspetto, forse quello peggiore, in tutto questo. «Così perdiamo
anche la nostra cassaforte, il comune di Caposele, che è stata l’origine di
tante battaglie portate avanti dalla classe dirigente in passato per cercare di
superare questa sorta di “primogenitura” della Puglia».
L’Irpinia non
può rimetterci ulteriormente, pensando anche al mancato ristoro sul quale si
ragiona danni. «Non posso pensare – continua De Stefano – che la Basilicata
prende, per l’utilizzo dell’acqua a scopo agricolo, 19 centesimi a metro cubo e
noi nemmeno un centesimo: si tratta di un assurdo». Come è assurda tutta questa
vicenda. «Qualche giorno fa sono stato a Cassano Irpino – racconta – e mi è
graffiato il cuore a pensare che noi spendiamo milioni in energia per portare
l’acqua nelle nostre case mentre soltanto ad un metro di distanza, l’Acquedotto
Pugliese prende 1500 litri a gravità su Caposele che oggi, in base a questo
ddl, gravita nel salernitano: assurdo».
Ma non si deve
abbassare la guarda, lo scippo non sarà consentito. «Il Pd ha fatto
battaglie rilevanti a difesa dell’Irpinia contro una Regione non amica. Oggi,
però, subiamo il contrario: ci sottraggono le casseforti per darci la gestione
di altre realtà molto difficili. Dobbiamo fare una battaglia ancor più dura di
quella fatta sui rifiuti e non si tratta di una sfida a Caldoro perchè in
questa vicenda ci vedo più la mano di qualche assessore che, sulla scorta di
qualche competenza, finisce per essere un genio del male, perché solo così
posso definire chi ha perpetrato questa manovra ai danni della nostra
provincia».
21-09-2013
Articolo di Claudio Papa
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Da "ottopagine.it" - Benevento
Acqua, è già scontro sui nuovi Ambiti:
Riunione urgente del gruppo Pd in Regione
Benevento - Fa già discutere, e molto, il disegno
di legge varato dalla Giunta regionale campana per il riassetto del servizio
idrico integrato. Un provvedimento epocale che ridisegna radicalmente le
competenze in materia di acqua lungo tutta la filiera: dall’approvvigionamento
alla fonte alla depurazione.
In pratica, con la nuova legge (se approvata dal Consiglio
regionale) sarà Palazzo Santa Lucia il dominus assoluto in materia di bilanci
idrici con le altre Regioni, relegando gli Ato a meri organi esecutori delle
gare d’appalto. Ambiti che passeranno da 5 a 3 con il Sannio non sarà più unito
all’Irpinia come accade oggi ma confluirà in un super contenitore (Ato 1)
formato da 108 comuni dell’Avellinese, 76 del Beneventano (esclusi Forchia e
Arpaia) e 65 del Casertano. Con risultati facilmente immaginabili: caos in
Assemblea, se mai riusciranno a riunirsi. Una semplificazione, forse, ma non
troppo distante dalla realtà.
Lo testimoniano
le brusche reazioni suscitate dalla pubblicazione dello schema con il riparto
dei comuni nei vari Ambiti. In primis quella del Partito democratico che ha
convocato per lunedì una riunione d’urgenza del gruppo in Consiglio regionale.
All’incontro sono annunciate anche le presenze del parlamentare sannita Umberto
Del Basso De Caro e del collega Bonavitacola. «La pubblicazione dei nuovi
Ambiti ci ha sorpresi – commenta la consigliera regionale sannita del Pd,
Giulia Abbate – Ci aspettavamo ben altra ripartizione. Ci sfugge la logica che
ha portato alla creazione di strutture tanto ampie. Lunedì ne discuteremo nel
dettaglio». Prese di posizione che non mancano anche sul fronte irpino dove
venti comuni sono stati staccati dal resto, in particolare Caposele che
rappresenta una delle fonti più importanti: «E’ una scelta che scippa l’acqua
al territorio», taglia corto il presidente di Alto Calore servizi, Lello De
Stefano. E per il numero uno dell’Ato ‘Calore Irpino’ Giovanni Colucci «urge una
mobilitazione decisa e compatta delle province di Avellino e Benevento contro
l’ennesima decisione napolicentrica».
18-09-2013
Articolo di Paolo Bocchino