La Sindrome del Titanic
l'intervento di Emilio Molinari al convegno internazionale "il secolo dei Rifugiati ambientali" - Milano
l'intervento di Emilio Molinari al convegno internazionale "il secolo dei Rifugiati ambientali" - Milano
Emilio Molinari |
Parlerò di alcune cause della emigrazione che
stanno a monte del grande problema dell'accoglienza.
Da qualche decennio sono persona di movimento poco
attento ai tecnicismi istituzionali. Più portata a rivolgere la conoscenza
fuori dagli addetti ai al lavoro, ma rivolto alm popolo democratico per
renderlo attivo. Condizione indispensabile per muovere qualcosa.
Comincerei
con il problema di dire la verità: - L'emigrazione è inarrestabile
- è tutt'uno con la tragedia ambientale
- Il rischio di esserne travolti, è incombente
Se questa è la verità, mi chiedo: è in cima ai
nostri pensieri? E chi lo dice ai lavoratori, ai pensionati, agli
abitanti delle periferie? Se è vero che la casa Comune è in pericolo, la
minaccia incombente di una avanzata della destra, sta in questa verità e credo
che non si affronti solo con l'antifascismo tradizionale.Cambiano i paradigmi
politici e culturali con cui ci alimentiamo. Cambiano le priorità, i linguaggi,
i soggetti, le modalità con cui manifestiamo le opinioni. Bisogna prima
convincere per sconfiggere.
Senza idea alcuna, a New York, discutono come gestire 65 milioni di sfollati. ...Soldi per tenere chiusi in discariche umane i profughi e promettere all'Africa di attrarre investimenti privati per la sua industrializzazione: in agricoltura intensiva, nella produzione elettrica e nell'industria estrattiva...esattamente il modello che la sta devastando e che ha messo in crisi il pianeta.
“su questo terreno, tra l'altro, la Cina fa
la parte del leone. Martedì 20 ha comprato una intera pagina del
Corriere della Sera per presentare la sua leadership a svolgere tale compito
nel Sud del Mondo e per rilanciare la crescita globale.”
Nessuno più nega la Verità. Sui mutamenti climatici e il disastro idrico.
Il rapporto dell'ONU “Acqua per
un mondo sostenibile” dice:
“ Entro 15 anni la domanda di acqua aumenterà del
55%, nel 2030 la disponibilità coprirà solo il 60%... nel Sud dell'Asia meno
del 50%, e continua ….proseguire sulla strada del business sta portando
il mondo sull'orlo di un crollo del sistema socio economico.”
Intanto 1 miliardo di persone sono ancora
senza acqua potabile e 2 miliardi e mezzo sono privi di servizi
igienici. Questa condizione centrerà qualcosa con i profughi? E
concretizzare il diritto umano all'acqua con azioni concrete e un protocollo
mondiale sarà pure una risposta fattibile all'emigrazione.
Nel 2015 il World Economic Forum ha affermato
“La nostra preoccupazione è stata quella economica,
dal 2015 la crisi idrica sarà l'elemento di maggior impatto.”
Ma il più chiaro di tutti per il suo cinismo
resta Il rapporto del Pentagono nel 2004 :
-
Le prossime guerre saranno combattute per questioni
di sopravvivenza. Nei prossimi 20 anni diventerà evidente un “calo
significativo” dalla capacità del pianeta di sostenere l'attuale popolazione.
-
Milioni di persone moriranno per guerre e per fame
fino a ridurre la popolazione della terra ad una quantità sostenibile
-
Le zone ricche come USA e Europa diventeranno
“fortezze virtuali per impedire l'ingresso di milioni di migranti scacciati
dalle terre sommerse o non più in grado di coltivare per mancanza di acqua. Le
ondate di profughi sulle barche creeranno problemi significativi.
-
Le sommosse e i conflitti spaccheranno l'Africa e
l'India.
-
I governi che non sapranno garantire le risorse
fondamentali,i servizi essenziali e difendere i propri confini, sono
destinati a ad essere travolti dal caos e dal terrorismo.
Nel 2011 la CIA aggiunge: 8 fiumi saranno origine di conflitti:
-
Il Nilo. Minacciato dalla diga Rinascita in
Etiopia.
-
L'Egitto è una polveriera di 90 milioni di
abitanti, 50% meno di 20 anniche produce profughi e raccoglie profughi .
-
Il Tigri e Eufrate ( Kurdi, la Siria e la siccità,
la diga di Musul)
-
Il Giordano
-
I fiumi dell'altopiano del Tibet: Mekong (
Indocina)
-
l'Indo, Bramaputra, ( India e Bangladesh) Irrawaddi
( Birmania) l'Amu Darya (Kasakistan).
Tutti in crisi per i mutamenti climatici e sottoposti
al controllo della Cina.
Maude Barlow raporteur all'ONU per il diritto
all'acqua, parla di suicidio idrico Africano. La
quantità di acqua necessaria in Africa per coltivare i terreni acquistati da
stranieri e multinazionali nel 2009, è due volte il volume usato nei 4 anni
precedenti in tutta l'Africa. Se l'accaparramento delle terre e dell'acqua
continua al ritmo attuale, la richiesta di acqua supererà le scorte Africane di
acqua rinnovabile.
E continua:
Dighe, miniere, piantagioni, autostrade, complessi
industriali e resort turistici, costringono ogni anno 10 milioni di persone a
spostarsi. I privati così assumono il controllo dell'acqua che dava da vivere a
intere popolazioni. Solo le dighe hanno generato nei decenni passati 80 milioni
di profughi.
E come li chiamiamo: Profughi Economici? Anche gli imbottigliamenti provocano profughi. 50 miliardi di litri di acqua vengono imbottigliati ogni giorno dalle multinazionali e la sola Coca Cola ne imbottiglia 5 miliardi svuotando falde di mezzo mondo...In India basta leggere Vandana Shiva.
E l'industria turistica? Pensate: Un Campo da golf in Africa consuma quanto una città di 6000 abitanti. Andate alla Kibera di Nairobi? Al fianco di questa mostruosa bidonville senza acqua, c'è un bellissimo campo di Golf irrigato e protetto da guardie armate. In Kenya in un resident 5 stelle, sono previsti 3000 litri di acqua per camera. Mentre agli abitanti 90 litri per famiglia. Al Goa Resort: 1700 litri di acqua per persona al giorno e agli abitanti 14 litri di acqua al giorno.
Un esempio tra dighe, fiori, urbanizzazione in Etiopia e Kenya. Una rosa su 4 venduta in Europa viene da questi due paesi: Nel Kenia sul Lago Navascia e In Etiopia sul Lago Ziway. Le loro acque si abbassano paurosamente e si avvelenano. Sui due laghi abitavano centinaia di migliaia di persone: Contadini, pescatori, allevatori. Oggi vi lavorano 130 mila schiave, donne pagate 1 euro al giorno. Producono 24 milioni di tonnellate di rose al giorno. 200 boccioli al m2 pompati di fertilizzanti. Un business che si avvale di aiuti dalla Banca Mondiale, di agevolazioni nei dazi da parte della UE. Tutto nelle mani di Multinazionali Olandesi e Israeliane. L'Olanda si avvale della cooperazione internazionale.
Le dighe in Etiopia.
La diga Rinascita, sul Nilo costruita dalla
italiana Salini. Così come è targata Salini la diga sul fiume Omo che
metterà in crisi interi popoli indigeni in Etiopia e il Lago Turkana in Kenia.
Orgoglio italiano, così definisce Renzi queste dighe. Formerà un bacino che
bloccherà tanta acqua pari a una volta e mezzo il flusso annuo del Nilo e
caccerà uomini e donne e animali. Inoltre la zona confina con la terra degli
Oromo dove con la repressione dell'esercito si stanno cacciando gli abitanti
per far posto a nuove urbanizzazioni e industrializzazioni.
Ricordate il marciatore olimpico Feysa Lilesa che a
Rio tagliò il traguardo facendo il segno delle mani legate? Ci ricordava
proprio questo!
Intanto permettetemi alcune considerazioni
I ceti popolari imbarbariscono e vanno a destra.
Vero...ma parliamo di noi, occidentali democratici
e di sinistra.
Ostentiamo : felicità, laicità, libertà di satira,
diritto a non aver limiti ai nostri desideri.
Siamo sinceri:
Il grande messaggio universale del Papa viene
ignorato. Il Vaticano sarà in ritardo sulle unioni civili, l'eutanasia,
l'adozione del figlio del partner ecc. Ma il mondo corre verso il disastro
globale e la nostra indifferenza si chiama: Sindrome del Titanic.
Pensate: Appena eletto un sindaco democratico non pensa minimamente a ripubblicizzare l'acqua, ( referendum).Apre subito uno sportello per le unioni civili e siamo tutti contenti.
Chiamati a manifestare per l'ambiente o contro il
TTIP ci muoviamo in centinaia, ad una manifestazione per nuovi desideri
individuali, corriamo in 100 mila.
C'è qualcosa di malato nella indifferenza
per i destini della Casa Comune e il dolore di milioni di persone.
Mi chiedo se possiamo fare qualcosa?
Si. Prima di tutto riducendo la frammentarietà del
nostro impegno. Ci sono decine di movimenti in atto in tutto il
mondo e migliaia di buone pratiche comunitarie e mutualistiche tese a
dimostrare che si può vivere altrimenti: in agricoltura nel lavoro, tra le
donne, in Chapas o alla Rimaflor, nel parco Sud ecc...Ma vanno inserite in una
cornice unitaria che produca sinergie.
La politica va incalzata quando parla di aiutarli a
casa loro, pretendendo che si faccia qualche cosa in tal senso anche qui..a
Milano in Italia e in Europa
Voglio fare alcuni esempi:
Confrontiamo i problemi di cui stiamo parlando in questo convegno, con l'idea peregrina del governo, di cambiare la Costituzione per eliminare 200 senatori. E' una miseria politica. Per di più pericolosa per la democrazia. Noi diciamo un sacrosanto NO. E diciamo: dobbiamo difendere la Costituzione...però rischiamo di sembrare quelli che non vogliono “cambiare”.
Invece penso che si possa cambiare: certo con tutto il parlamento, con il consenso popolare e parlandone, per mettere nella Costituzione le nuove realtà: quella degli immigrati, del diritto all'acqua e alla terra e per metterci i nostri doveri verso il resto del mondo.
Abbiamo a Milano una nuova giunta più o meno di
sinistra.
Dovremmo chiedergli di attivarsi verso altri
municipi nel mondo per il diritto all'acqua, per cominciare a tracciare la
strada per un Protocollo Mondiale su tale diritto, cosa da tempo avviato dal
Contratto Mondiale sull'acqua e dalle reti mondiali dell'acqua.
E Milano dovrebbe essere sede di questo movimento.
Perché non chiedere di dedicare una seduta di
Consiglio agli argomenti di cui stiamo parlando oggi?
- Chiedere che le aziende pubbliche municipali ripubblicizzate europee con le
loro conoscenze di promuovano in sinergia progetti di potabilizzazione
dell'acqua e assicurino servizi igienici nel sud del Mondo, senza profitti e
senza privati.
- Tentare di fermare il disastro delle dighe partendo da Milano dove ha
sede la Salini e in Europa, sede di altre multinazionali.
Concludo con un:
Ricordate? Un tempo il femminismo diceva: non ci basta il pane vogliamo anche le rose. Forse oggi le compagne ( ma tutti noi) dovrebbero mettere nella loro agenda, anche il dolore delle donne e della Terra, che c'è dentro ad ogni rosa che un profugo del Bangladesh ci prega di comprare.
Emilio Molinari
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