COMUNICATO STAMPA
La tariffa sociale non basta. Ministro Orlando e
Governo Letta rispettino davvero i referendum togliendo i profitti dalla
bolletta e iniziando processo di ripublicizzazione
Apprendiamo dalle
dichiarazioni del Ministro Orlando e dal comunicato ufficiale diffuso a termine
dell'odierno Consiglio dei Ministri che nel Disegno di Legge collegato alla
Legge di Stabilità recante disposizioni in materia ambientale ci sarebbe una
"prima risposta al messaggio politico venuto dal referendum". In particolare si fa riferimento alla
istituzione della tariffa sociale del servizio idrico integrato che
secondo il Governo andrebbe a rendere effettivo l’obiettivo di rafforzare
la natura “pubblica” della risorsa acqua e di conseguenza dare attuazione
all'esito referendario.
Come Forum dei Movimenti per l'Acqua, promotore
del referendum del 2011, contestiamo nettamente questa lettura, non perché la
tariffa sociale non sia una questione di assoluta rilevanza soprattutto in un
periodo di grave crisi economica e occupazionale, ma perché la copertura di
questa tariffa sociale viene individuata in una nuova apposita componente
tariffaria in capo ai cittadini e che quindi graverà ulteriormente sulle
bollette.
Infatti il referendum si
poneva l'obiettivo, tra l'altro raggiungendolo in pieno, di eliminare i
profitti dall'acqua e quindi garantire una ridistribuzione degli oneri sulle
tariffe dai gestori ai cittadini e non tra i cittadini stessi, come invece
deriva dal provvedimento adottato quest'oggi dal Governo.
Inoltre ci teniamo a ricordare al Ministro
Orlando e al Governo che la piena e reale attuazione dell'esito referendario è
la definitiva eliminazione della quota di remunerazione dalla tariffa del
servizio idrico, la quale a fine 2012 è stata fatta rientrare dalla finestra dall'Autorità
per l'Energia Elettrica e il Gas sotto la voce del "costo della risorsa
finanziaria", oltre al raggiungimento di una vera gestione pubblica e
partecipativa dell'acqua in Italia.
Per queste ragioni non
possiamo trovarci d'accordo con il Ministro e con il Governo, al contrario
continueremo la mobilitazione a tutti i livelli fino a quando non sarà
pienamente rispettata la volontà popolare.
Roma, 15 novembre 2013
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