Campania, il Pd contro Brunetta:
“Quattro milioni alla
sua fondazione, una rapina”
I democratici all'attacco dell'ex ministro, presidente dell'ente che organizza il Festival di Ravello, beneficiario di un cospicuo contributo della Regione guidata da Caldoro, anche lui del Pdl. La Fondazione reagisce con una querela, il governatore precisa: "I soldi saranno erogati solo dopo valutazioni e controlli"
La Regione Campania pompa 4 milioni di euro nelle casse della Fondazione Ravello guidata da Renato Brunetta. E scoppia il caso. Il gruppo consiliare regionale del Pd annuncia un’interrogazione sui criteri di erogazione dei fondi. Sel chiede che Brunetta “faccia un passo indietro” per ragioni di opportunità. Il segretario del Pd di Salerno Nicola Landolfi, che ha sparato ad alzo zero paragonando il finanziamento a “una rapina a mano armata”, è stato querelato dai vertici della Fondazione. Ma a chi come Landolfi maliziosamente insinua che la Fondazione che gestisce uno dei festival più importanti d’Europa e l’imponente Auditorium di Niemayer ha goduto di un trattamento di favore perché presieduta dal capogruppo alla Camera dello stesso partito di Stefano Caldoro (i due peraltro hanno comuni trascorsi socialisti), lo staff del Governatore della Campania risponde così: “I 4 milioni di fondi europei stanziati dalla Regione in favore della Fondazione sono spalmati su almeno due anni, sono stati solo assegnati e verranno materialmente messi in capo solo dopo le valutazioni e i controlli di efficacia previsti dai manuali che regolano l’uso del fondi strutturali. In proporzione la Regione dà meno degli anni passati”. In allegato, una raffica di cifre e una ricostruzione storica del finanziamento.
Con la
sottolineatura che l’Auditorium, edificato grazie a un investimento di 18
milioni e mezzo di euro, è nato grazie ai fondi Por 2000/2007, nel pieno
dell’era Bassolino. Fondi spesi anche per l’acquisto di Villa Episcopio
(9 milioni di euro) e il rilancio di Villa Rufolo. “Azioni – spiegano
dall’entourage di Caldoro – avviate in un recente passato e finalizzate al Pit
“Ravello Città della Musica”, per creare sul territorio della costiera
amalfitana un vero e proprio distretto culturale integrato. I 4 milioni
sono in continuità con quel programma, è la fase attuativa del progetto avviato
negli anni scorsi. Mettendo a sistema tutti i comuni della costiera amalfitana
e non solo Ravello”.
Se ne prende
atto. Ricordando anche che Brunetta a Ravello è una specie di sindaco-ombra, ha
la casa delle vacanze, la cittadinanza onoraria e si è sposato nel
luglio 2011. Qui nel suggestivo paese-gioiello dove il tempo si è fermato, l’ex
ministro della Pubblica Amministrazione dell’ultimo governo Berlusconi ha da
anni impiantato una sorta di succursale della propria segreteria. L’Espresso la
definì ‘la Cricca di Ravello’. Sottolineando intrecci e cointeressenze tra i
palazzi romani e la costiera amalfitana. A cominciare dal ruolo dell’ex primo
cittadino del Pd Secondo Amalfitano. Che dopo essere diventato amico di
Brunetta si è spostato a destra e si è trasferito a Roma, dove Brunetta lo ha
nominato consulente e poi presidente del nuovo ente Fomez Italia. Oggi
Amalfitano è segretario della Fondazione Ravello e direttore di Villa Rufolo.
Il braccio operativo di Brunetta nei centri nevralgici di Ravello.
La Fondazione
intanto prospera. Non senza qualche malumore sul territorio. Alla conferenza
stampa di presentazione del progetto erano assenti quasi tutti i sindaci dei
comuni vicini. Quelli che nelle intenzioni del Cda della fondazione dovrebbero
essere maggiormente coinvolti nelle future edizioni del festival musicale, da
prolungare anche dopo la stagione estiva. Mentre a Ravello non hanno digerito
l’eliminazione degli sconti per i biglietti ai residenti. Che il sindaco Paolo
Vuilleumier vuole ripristinare: “Abbiamo concordato che a settembre la
Fondazione pagherà l’utilizzo dell’Auditorium in maniera piena e non agevolata.
Con i proventi interverremo per agevolare la partecipazione della popolazione
agli eventi del Ravello Festival”.
Per aver osato
criticare l’andazzo, i giornalisti di ‘positanonews.it’, la
principale testata online locale, sono stati messi alla porta: “Sembra che si
ragioni senza progetti che coinvolgano il territorio – dice il direttore del
sito Michele Cinque – e si cerchi soltanto il modo di poter spendere e
giustificare questa enorme mole di denaro pubblico erogato in poche mani che
non vogliono essere controllate, come testimonia il trattamento che ci hanno
riservato”.
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