PRESENTAZIONE DEL DOSSIER
“Il costo della ripubblicizzazione del Servizio Idrico Integrato”
Si è scatenata, ormai da settimane su stampa e
media nazionali una accanita campagna tesa a screditare i contenuti qualificanti della proposta di legge sulla gestione
pubblica dell’acqua che dovrebbe arrivare a fine maggio alla discussione in aula parlamentare. Parliamo
della proposta di legge “Disposizioni in materia di gestione pubblica e partecipativa del ciclo
integrale delle acque” ripresentata in questa legislatura dal M5S, e che ricalca i contenuti del testo
a supporto del quale il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua, già dal lontano 2007 aveva raccolto
oltre 400 mila firme.
Il principale elemento del contendere riguarda la
forma di gestione. Sono ancora oggi numerosi, fra gli amministratori pubblici, i gruppi politici, i media e gli esponenti di
gruppi privati, coloro che sostengono che in Italia “l’acqua è già pubblica”, in quanto i gestori sono
società a totale o a prevalente capitale pubblico. Ma non è affatto così! I titolari di quote di una società possono pur
essere (tutti o in prevalenza) soggetti pubblici, ma una “società” in quanto tale resta regolamentata dal codice di diritto privato, ed
avrà pur sempre lo scopo principale di fare utili.
Le cose potranno sostanzialmente cambiare con
l’approvazione e l’entrata in vigore della nuova legge così come presentata. Infatti vi si prevede chiaramente ed
esplicitamente che “il servizio idrico integrato è considerato servizio pubblico locale di interesse generale non destinato ad essere
collocato sul mercato in regime di concorrenza.” E dunque la gestione del servizio idrico dovrà
essere realizzata senza finalità lucrative mediante Aziende Speciali o comunque Enti di diritto pubblico.
La proposta di legge prevede modi e tempi certi
per trasformare in aziende speciali o enti di diritto pubblico le società (Srl o Spa) attualmente affidatarie “in house” del servizio
idrico integrato. E qui si innesca un secondo tema “caldo” di
discussione: quello dei “costi” attinenti la ripubblicizzazione del servizio. In questo caso si sono esibite fior di società di
consulenza le quali hanno elaborato corposi documenti economici-finanziari per dimostrare che detti
costi sono stratosferici (addirittura 20 miliardi!) e non sarebbero quindi sostenibili né
per le misere casse Comunali né per il bilancio dello Stato.
Anche
in questo caso si tratta di allarmi infondati!
Il Forum nazionale dei movimenti per l’acqua ha
già attivato da tempo un gruppo di esperti che smontano punto per punto le tesi più intimidatorie e dimostrano che i costi
effettivi sarebbero pressoché il 10% di quanto ventilato. Il tutto come puntualmente contenuto in
dossiers che verranno resi pubblicamente disponibili su tutto il territorio nazionale.
Il primo appuntamento è fissato a Milano per
GIOVEDI' 16 MAGGIO ORE 11:30 presso la Sala 321 Via T. Marino 7, durante il
quale esporremo il dossier con l'ausilio di Altreconomia e al quale oltre alla cittadinanza,
sono state invitate le nostre “controparti” che in questi mesi si sono rese
protagoniste di questa campagna distorsiva.
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