Non sarà sfuggita ai cittadini più attenti alla vita politica
nostrana, la divertentissima campagna pubblicitaria lanciata in questi mesi da GORI.spa, mediante
la quale hanno tentato di “rifarsi il trucco” con una vera e propria operazione
di restyling, con tanto di concorso a premi per le scuole elementari e finalizzato
ad insegnare ai nostri figli (cioè loro che insegnano ai nostri figli) il
valore dell’acqua ed il suo attento consumo. Davvero divertente! Ovviamente il
primo premio è andato ad una scuola elementare di Ercolano, manco a dirlo, il
Comune che ospita la sede principale di GORI.
Ciò che però ha reso il restyling esilarante sono stati gli
spot trasmessi dalle TV private, al limite della noia, e i servizi pocogiornalisticimoltocompiacenti
del TG3 Campania, e per finire le interviste dei vertici societari rilasciate alle
maggiori testate giornalistiche della Campania, al Mattino in particolare, (ma
sappiamo il perché), che raccontavano di svolte tecnologiche della GORI,
esaltavano la qualità del servizio offerto e deliravano sull'attenzione che
GORI avrebbe dedicato all'utenza. Qualcuno più distratto avrà riletto di sicuro
l’articolo sul giornale, magari pensando di non aver capito bene a cosa o a chi
si riferisse l’articolo, cioè che si trattasse di qualcosa che nulla avesse a
che fare con il servizio idrico. E invece questi signori la raccontavano talmente
bene che a leggere quelle righe sembrava ci credessero davvero a quello che dicevano.
Il fatto è che contemporaneamente alle interviste alla
dirigenza GORI, sui giornali per fortuna si leggeva anche altro. Per esempio è
di Gennaio di quest’anno la notizia che il nucleo speciale Antitrust della
Guardia di Finanza nell'accertamento delle fatturazioni e dei consumi riscontrava
pratiche commerciali scorrette di GORI del tutto contrarie al codice del
consumo:
- mancata
effettuazione delle letture periodiche dei contatori.
- mancata
acquisizione delle autoletture comunicate dagli utenti, con conseguente
fatturazione sulla base di stime che a volte si sono rivelate errate o
eccessivamente elevate.
- Invio
di fatture di conguaglio pluriennali di elevata entità, economicamente non
sostenibili per una normale famiglia monoreddito.
… alla fine l’Antitrust
ha multato GORI per circa 500.000 euro. Bazzecole! Tanto paghiamo noi.
Di tutt’altro spessore è invece la notizia di questi giorni che
la Corte dei Conti ha messo sotto torchio GORI per un danno erariale ipotizzato
di 500 milioni di Euro. Dico: 500.000.000 di euro!
La cifra è talmente rilevante che possiamo approssimarla a
1000 miliardi delle nostre care e vecchie lire senza timore di esagerare. Mi
chiedo dove sono ora i dirigenti della GORI e cosa s’inventerebbero per fingere
di “essere sani” tanto per usare una espressione del grande Gaber!
Nel mirino delle indagini del nucleo di Polizia Tributaria
c'è finito di tutto:
- dalle ricche consulenze di 60mila euro l'anno che GORI ha
pagato per sei anni dal 2009 al 2015 ad un ex dirigente di ACEA che una volta in pensione nel 2009 ha
continuato a lavorare per GORI;
- al 58% di perdite di acqua lungo la rete idrica mal ridotta
perché gli investimenti sono rimasti solo su carta.
- i forti incrementi delle tariffe fino al 49% facendo
raddoppiare le morosità dal 25% al 45% e intanto avvenivano distacchi e disagi
ai cittadini.
- le quote per la depurazione in bolletta mai restituite alla
Regione .
- gli impianti regionali di emungimento e adduzione dove il
personale è ancora in bilancio alla Regione mentre sarebbero dovuti passare da
tempo con la GORI. Ma pare che la GORI abbia riempito gli organici di amici e
parenti di politici con la conseguenza di non poter assorbire i lavoratori.
Un buco nero di proporzioni enormi accumulato grazie alla
complicità della politica affaristico-clientelare che per anni ha finto di non
vedere, ha ignorato scientemente le ragioni e le denunce che i comitati
cittadini per l’acqua pubblica da sempre sottopongono alla classe politica
locale e regionale in relazione alla gestione privatistica del servizio idrico
in ATO3 Campania. Ma da quell’orecchio non ci sentono.
Nonostante si sia costituito uno zoccolo duro di Sindaci ed
Amministrazioni di diverso colore politico e per fortuna sempre più numeroso
che ha deciso di dar battaglia alla GORI, purtroppo sono ancora molte le amministrazioni
tra i 76 Comuni dell’ATO3 che hanno difficoltà di natura politica a riconoscere
il fallimento della politica di privatizzazione del servizio idrico e ad agire
di conseguenza.
Probabilmente questa inerzia è dovuto al fatto che
molti di questi Sindaci sono stati voluti dai papaveri di partito, vicini o
lontani (regionali se non nazionali) e devono rispettare i diktat dei loro
superiori troppo spesso amici di chi ha forti interessi affinché si attuino
politiche di privatizzazione dei servizi pubblici locali e
del servizio idrico in particolare, come il caso di Renzi col suo amico Irace,
l’attuale amministratore delegato di ACEA (i privati di GORI) la multinazionale
romana.
Alberto
Irace, per chi non lo ricordasse, era il presidente dell’ATO3 (il nostro ente
d’ambito) grande sostenitore della privatizzazione del servizio idrico a favore di
GORI S.p.A. (e quindi di ACEA), che nel 2007 lasciò il proprio incarico perché
chiamato a far parte dello staff
dell’ amministratore delegato di ACEA. Una ricompensa niente male per chi, ricoprendo un ruolo Pubblico
ha lavorato alacremente per favorire senza mezzi termini i privati della
multinazionale romana. Complimentoni!
E a proposito del governo Renzi e dell’entourages di
paninari di cui si è circondato, la battaglia per l’acqua pubblica si fa sempre
più serrata considerato che le parole “democrazia” e “bene comune” oltre ad essere indigeste al premier,
assumono per lui proprio un significato tutt’altro che positivo : “ingombrante – ostacolo – intralcio -
impedimento”, tant’è che i provvedimenti finora presi dal governo, dallo
sblocca Italia al decreto Madia, sono tutti orientati allo smantellamento
sistematico di ogni forma di gestione pubblica dei servizi e a cancellare senza
mezzi termini la vittoria referendaria del 2011, come il già citato decreto
Madia che reintroduce persino l’“adeguata remunerazione del capitale
investito” abrogato con il secondo
quesito referendario. W la demoKrazia!
L’idea di Renzi è
quella di favorire la fusione e l’aggregazione di pochi grandi “player” per
farli concorrere sui mercati internazionali. Viene subito da porsi una domada:
“Quale sarà il campo da gioco su cui si sfideranno questi grandi “player” ? La
risposta la lasciamo all’immaginazione dei lettori , ma se proprio volete un
aiutino, diciamo che il campo scelto per dividersi la torta ha di sicuro la
direzione del nostro fondo schiena.
A tutti noi un grande in bocca a lupo!
11/06/2016 Cyrano