Un
referendum per la liberazione dal saccheggio dei beni comuni
Care/i,
stiamo vivendo una situazione sociale e politica molto difficile. La
crisi continua ad espandere il catalogo delle ingiustizie sociali ed
ambientali. Gli effetti delle politiche del governo e dell’UE stanno provocando
conseguenze disastrose nelle vite della maggioranza dei cittadini, erodendo
qualsiasi speranza per il futuro. Il silenzio e l’apatia della classe dirigente
politica aumentano il peso della crisi e tendono a confermare quello che il
pensiero unico continua a dire da anni: there
is no alternative.
Noi invece crediamo che le alternative ci siano, ma vadano costruite con
pratiche e proposte diverse rispetto a quelle messe in campo. Noi crediamo che
solo attraverso una piena e consapevole partecipazione dei cittadini e delle
cittadine la democrazia del nostro paese potrà essere in grado di frenare la
distruzione di diritti operata dal modello economico liberista così caro agli
attuali governanti. Crediamo che una forte mobilitazione dal basso sia
indispensabile per mettere al centro dell’agenda del paese il dibattito sui
principali temi che investono la vita delle persone. Temi come la difesa dei
beni comuni, il lavoro, le alternative alla crisi, la riconversione ecologica
delle attività produttive, una politica estera di pace e cooperazione, potranno
entrare nell’agenda politica solo se i movimenti, le associazioni, i sindacati
e la società civile saranno in grado di farli vivere nel paese reale.