RENZI IN AFRICA - E’ QUESTA LA COOPERAZIONE ITALIANA?
Mentre arrivava in Senato il disegno
di legge sulla Cooperazione allo sviluppo, il presidente del
Consiglio Matteo Renzi partiva per il suo viaggio in Africa . Un
viaggio emblematico che ci aiuta a capire come leggere il nuovo
disegno di legge sulla cooperazione. Ritengo che sia la nuova legge
come il viaggio di Renzi ,possono essere riassunti in una sola
parola: business/affari.( Si veda l’appello OPERAZIONE
AFFARI su www.ildialogo.org).
Infatti Renzi è partito alla volta
dell’Africa con una folta delegazione di manager di imprese
italiane, guidata dal Viceministro dello Sviluppo economico, Carlo
Calenda. Presente nella delegazione anche A.Castellano, direttore
della SACE (Società per i servizi assicurativi del commercio
estero), per assicurare gli investimenti all’estero delle imprese
italiane , con seicento milioni di euro a disposizione delle ditte ,
che investono nell’Africa sub-sahariana. Ma tra i prestigiosi nomi
della delegazione spiccava l’ENI , la potente compagnia petrolifera
ben piazzata nei tre Stati visitati da Renzi:Mozambico,Congo
Brazzaville e Angola.
Il 19 luglio:Maputo, capitale del
Mozambico, non a caso scelta come prima tappa del viaggio di Renzi.
Infatti nel 2011 l’ENI ha scoperto nella provincia di Cabo del
Gado un giacimento off-shore di due miliardi e mezzo di metri cubi di
gas ,capaci di soddisfare i bisogni energetici delle famiglie
italiane per i prossimi trent’anni. Renzi ha detto che l’ENI
investirà 50 milardi di dollari in Mozambico .”Uno dei più grandi
investimenti al mondo sul gas”, ha detto C. Calenda. In Mozambico
operano già oltre 90 imprese italiane .”Il governo intende fare
del Mozambico il test su come si affronta un mercato in Africa- ha
detto ancora il viceministro Calenda- e intende farne il centro della
sua attività.”
E’ chiaro che gli investimenti
andranno a beneficio delle imprese italiane, poco o nulla andrà a
beneficio del popolo mozambicano.E’ questo l’aiuto allo
‘sviluppo’?
Il 20 luglio,( seconda tappa) Renzi
arriva a Brazzaville, capitale del Congo Brazzzaville, dove l’ENI è
ben piazzata per l’estrazione del petrolio. Renzi firma un altro
accordo con il governo congolese per un giacimento di petrolio
off-shore.
Terza tappa, il 21 luglio Renzi
raggiunge Luanda, capitale dell’Angola, la nazione più ricca per
risorse dell’Africa. Anche qui l’ENI è presente dal 1961. Renzi
apre al governo angolano la scatola di Pandora delle imprese
italiane. Il messaggio di Renzi è chiaro: è venuto in Africa per
fare affari. E i soldi della Cooperazione Italiana servono spesso a sostenere le
imprese nostrane con appalti all’estero che spesso hanno ben poca
utilità per le popolazioni locali. Infatti mentre le élites
borghesi al potere, con le quali il governo italiano si accorda,
diventano sempre più ricche , il popolo diventa sempre più povero.
Trovo molto grave che il viaggio di
Renzi sia stato organizzato quasi in funzione dell’ENI che , in
Africa, ha sulla coscienza uno dei gravi crimini ambientali:il
disastro ecologico del Delta del Niger. Nonostante le proteste e le
lotte del popolo Ogoni che vive in quella regione, nonostante la
costante pressione dei movimenti ambientalisti nostrani, i vari
governi italiani (da Berlusconi a Renzi), non hanno mai voluto
affrontare l’argomento. Ho lavorato personalmente per l’invio di
una Commissione parlamentare nel Delta del Niger, ma il Ministero
degli Affari esteri ha negato il permesso.
Ritengo altresì grave la presenza di
Finmeccanica nella delegazione che ha seguito Renzi. In un continente
dilaniato da guerre e guerriglie, come può l’Italia presentarsi
vendendo altre armi?. Come ha potuto il governo italiano inviare la
portaaerei Cavour per il periplo dell’Africa, esibendo la nostra
migliore produzione di armi ai governi africani? Non si può dare con
una mano l’aiuto per la lotta contro la fame nel mondo , e con
l’altra offrire armi.
Inoltre non è con questo tipo di
‘cooperazione’ che risolveremo il dramma delle migrazioni.
Nonostante che Renzi a Maputo abbia detto che “serve ciò che
stiamo facendo in Mozambico ……” Invece è proprio il tipo di
‘sviluppo’ promosso da Renzi che forza la gente a fuggire dalle
zone rurali per ammucchiarsi nelle baraccopoli o li forza ad
imbarcarsi sui barconi della ‘speranza’. E’ proprio il nostro
Sistema economico-finanziario, del quale Renzi è un paladino, che
ridurrà l’Africa ad essere per tre quarti non abitabile (per il
surriscaldamento) e forzerà almeno duecento milioni di africani a
fuggire,secondo i dati ONU.
Non è questa la strada della
cooperazioen, della solidarietà, del futuro per noi e per loro.
Lo scrivo come missionario, inviato
dalla mia gente africana a convertire la “tribù bianca”. La
missione continua.
Alex Zanotelli
Napoli,23/7/2014